Urne aperte: in paese si vota sulla fusione
In Municipio da lunedì sondaggio circa la nascita del nuovo comune con Cuveglio e Duno. Spoglio in pubblico a metà luglio
Chi entra in municipio a Cuvio in questi giorni non può non vedere un’urna elettorale, proprio uguale a quella impiegata per le elezioni: sono difatti in corso da ieri, lunedì 19 giugno, le votazioni legate al sondaggio sulla fusione con altri due comuni della valle: Cuveglio e Duno. Per votare c’è tempo fino all’8 luglio e il 15 ci sarà lo spoglio delle schede in seduta pubblica.
A tutte le famiglie di Cuvio (circa 650) è in distribuzione una lettera contenente le schede elettorali e una comunicazione che spiega per cosa si vota e in che modo. La stessa comunicazione è disponibile sul sito del Comune, ma la scheda votata dev’essere portata direttamene in Comune e imbucata.
Le schede hanno colore giallo e non possono essere fotocopiate. Qualora i cittadini non votino ed il sondaggio non raggiunga la partecipazione del 50% degli aventi diritto, il consiglio comunale deciderà in autonomia se procedere nell’iter verso il referendum per la fusione. Se vincono i no, invece, non si farà nulla.
L’esito di questo sondaggio è considerato dall’amministrazione comunale “uno strumento partecipato ed indispensabile per continuare in questa importante scelta della fusione” si legge nella lettera di accompagnamento alla scheda elettorale, dove è pure menzionato un accordo programmatico raggiunto con gli altri sindaci interessati (Cuveglio e Duno) in cui sono citati alcuni punti fermi dell’amministrazione di Cuvio per dare il via libera alla fusione: mantenere i servizi essenziali e l’anagrafe, stato civile ed elettorale; mantenimento della scuola primaria “U.Mascioni” e della scuola dell’infanzia “Erminia Maggi”, oltre che una serie di altre questioni legate al mantenimento delle associazioni, al sostegno delle fasce deboli e alla valorizzazione delle attività artigianali. Altri due punti fermi indispensabili per Cuvio (le famose “condizioni” di Cuvio) sono anche il mantenimento dell’ambulatorio di Comacchio e il contenimento di tariffe e tributi utilizzando le maggiori entrate da parte dello Stato.
Il sindaco Luciano Maggi ha voluto far decidere i cittadini se aderire o meno a questo sondaggio, che una volta ultimato l’iter farà nascere un nuovo Comune, più grande, complessivamente oltre i 5 mila abitanti e di 15 chilometri quadrati nel centro della valle.
In realtà l’attuale legge regionale sulle fusioni già oggi prevede un referendum per saggiare la volontà dei cittadini; referendum di natura consultiva, che però ha il potere di far da apripista alle successive decisioni se autorizzare o meno la fusione da parte della Regione. Sulla attuale legge, che risale al 2006, incombe tuttavia una riforma che a brevissimo diventerà legge. La scelta di Cuvio va proprio in questa direzione, cioè dare maggiori poteri ai cittadini che nella fase iniziale del procedimento di fusione possono intervenire (in realtà le nuove regole parlano anche di osservazioni, mentre la consultazione di questi giorni si limita a chiedere se si è favorevoli o contrari alla fusione).
Cosa deciderà il paese? «Lo vedremo a metà luglio, quando saranno terminate le operazioni di spoglio delle schede in un momento pubblico a cui tutti i cittadini di Cuvio potranno assistere – spiega il sindaco Luciano Maggi. Certo c’è dibattito e attenzione su questo tema».
Prova ne è il fatto che alcuni cittadini, tra cui Giorgio Roncari – il barbiere del paese e dichiaratamente schierato per il “no” – siano andati oggi in Municipio per chiedere delucidazioni circa la chiarezza letterale del quesito: «In tanti mi hanno chiesto se è corretto», afferma, proprio fuori dal palazzo comunale.
Il tema è caldo e infiamma l’estate del paese, diviso fra chi vuole provare a percorrere la nuova strada che passa per un Comune più grande e chi vuole rimanere nella situazione attuale.
La “campagna elettorale” pro o contro la fusione è incominciata.
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