Vannuccini, da Bodio a Cortona

Dopo Atene la mostra di ex libris promossa e sostenuta dal comune varesino fa tappa ad Arezzo. Dal 10 al 18 giugno al Chiostro di Sant’Agostino 150 opere saranno visibili al chiostro di Sant'Agostino

Avarie

Cos’hanno in comune Bodio Lomnago, Atene e Cortona? L’amore per l’ex Libris e per le opere di Vannuccini. Dopo Atene, un’altra trasferta è alle porte per la mostra sostenuta e promossa dal comune di Bodio Lomnago. Dal 10 al 18 giugno al Chiostro di Sant’Agostino a Cortona, ad Arezzo, sarà esposta la mostra di incisioni in memoria di Enrico Vannuccini. Filosofo, incisore, letterato e artista autodidatta, fu uno dei maggiori esponenti dell’arte incisoria del secolo scorso, grazie anche ad importanti frequentazioni, tra cui Marinetti e gli ambienti futuristi, De Chirico, Cardarelli, Savinio, Ungaretti, che influenzarono la sua formazione.
La mostra, già esposta lo scorso maggio al Castello di Monteruzzo a Castiglione Olona, si compone di circa 150 puntesecche realizzate da Vannuccini in oltre 50 anni di attività artistica, dal 1937 al 1990, attraverso le quali è possibile ricostruire l’evoluzione artistica del maestro ma anche la recente storia italiana.
Al silenzio artistico negli anni bui della Seconda Guerra Mondiale, fanno seguito gli anni della rinascita e della ricostruzione, ben rappresentati nei numerosi ex libris a lui commissionati da Gianni Mantero, figura di spicco del collezionismo exlibristico italiano e internazionale, ma soprattutto dell’architettura del dopoguerra nel Comasco e nel Milanese.
Slogan quali “Nunc aedificandum” o “Super diruta construere”, inscritti all’interno delle opere, ben testimoniano lo spirito di rinascita del Dopoguerra. L’attualità e la tematica sociale sono poi prepotentemente riproposte nelle opere di Vannuccini nel 1978, quando incide “l’ex libris dei disoccupati” e la provocatoria lastra “Disoccupazione: miseria in famiglia”, dove le allegorie della previdenza e dell’assistenza calpestano i disoccupati.
Altrettanto importante è la cartella di quindici grafiche realizzate nel 1948 e pubblicate nel 1949 dall’Editore Luigi Filippo Bolaffio, esposte e riprodotte nel piccolo catalogo realizzato per accompagnare la mostra. Le grafiche illustrano altrettante poesie composte dallo stesso Vannuccini.
Una presenza costante nell’arte di Vannuccini è la figura femminile, a volte raffinata ed elegante, altre volte sensuale o nel contesto di un motivo erotico. Allo stesso modo, spesso, si incontrano visioni oniriche, talvolta inquietanti, di scheletri, soggetti mostruosi o teschi che circondano e accompagnano bambini o figure danzanti. Le ultime opere, incise pochi mesi prima della sua scomparsa, sono evidenti invocazioni verso l’Alto e verso una Luce, presagio e lucida consapevolezza di quanto sarebbe successo di lì a poco.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Giugno 2017
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