Cosa sta succedendo a Pedemontana?
Tra la richiesta di fallimento e i 2 milioni di solleciti di pagamento inviati giugno è stato un mese caldo per Pedemontana. Ecco il quadro di ciò che sta succedendo

Negli ultimi giorni è tornata sotto i riflettori. E nella bufera. Ma cosa sta succedendo a Pedemontana tra richieste di fallimento e l’abolizione dei pedaggi?
IL RISCHIO FALLIMENTO
Che la società non godesse di buona salute si sapeva. Ma in pochi avevano capito che le condizioni fossero gravi al punto che la Procura di Milano ha chiesto il fallimento della società. Tutto nasce da una perizia sul bilancio del 2015 che ha certificato come le perdite sono state di 22,6 milioni di euro, una voragine che secondo i PM non è in grado di garantire la continuità aziendale. Una situazione che non è certo migliorata con il bilancio del 2016, chiuso con un buco di quasi 8 milioni di euro.
In questo contesto Federico Maurizio D’Andrea il nuovo presidente di Pedemontana -subentrato ad Antonio Di Pietro, l’uomo scelto da Maroni per risollevare le sorti della società– ha cercato di rassicurare dicendo che nel corso dello scorso anno la società ha ridotto le perdite, anche se al momento mancano ancora i tre miliardi di euro per completare l’opera
I VIAGGIATORI
Il vero problema, oggi, è che su Pedemontana di auto ne circolano poche. E così i pedaggi -principale fonte di reddito per un’autostrada- non entrano nelle casse della società. Su tutte le quattro tratte attualmente in esercizio lo scorso anno sono circolati 196.6 milioni di veicoli che alla fine hanno fatto entrare a bilancio poco più di 24 milioni di euro. Almeno in teoria.
Perché il sistema di free flow di Pedemontana (cioè l’assenza di caselli, ndr) non è stato accolto benissimo dagli automobilisti e sono parecchi quelli che -più o meno volontariamente- non hanno pagato quanto dovuto. Una situazione molto delicata al punto che la società ha iniziato un piano straordinario di riscossione con l’invio di 2 milioni di solleciti di pagamento, anche ai residenti all’estero.
La stessa autostrada ha riconosciuto nel suo bilancio che le tariffe elevate e il sistema di pagamento potrebbero aver disincentivato l’utilizzo dei collegamenti. Ed è forse per questo che Pedemontana ha annunciato uno sconto per chi utilizza il Conto Targa o il Telepass. Uno sconto che, però, è solo del 5%.
LA GRATUITÀ
Il 10 marzo di quest’anno è stato avviato l’iter per la costituzione di una nuova società per la gestione delle strade lombarde: si tratta di un accordo firmato in Regione Lombardia tra Anas e la Regione stessa che contiene una corposa serie di caratteristiche tecniche tra le quali il numero delle strade coinvolte: 1590 chilometri dei quali 740 km di strade regionali e 850 di strade statali.

Una delle novità annunciato all’interno di questo progetto è che la nuova società, quando sarà operativa, gestirà anche le Tangenziali di Como e Varese (che oggi ricadono sotto Pedemontana), e che le stesse saranno completamente gratuite. Questo, perlomeno, è stato l’impegno preso da Roberto Maroni nella conferenza stampa di marzo e ribadito ancora venerdì 30 giugno durante una visita nel comasco. Ovviamente bisognerà comunque tenere conto dei tempi perché i lavori sono stati avviati ma la nuova società dovrà essere resa operativa e solo a quel punto si potrà pensare anche il transito gratuito sulle due tangenziali.
LA FINE DELL’OPERA
L’altro problema, sempre attuale, è quello della fine dell’opera. Pedemontana, così com’è oggi, è a meno della metà di quello che dovrebbe essere. All’appello mancano le parti conclusive delle due tangenziali di Varese e di Como oltre al lunghissimo tratto che dovrebbe arrivare fino a Bergamo. Ma si faranno?
Al momento la risposta non è certa dal momento che non c’è nessuna banca privata disposta a mettere i miliardi necessari. Non solo, a gennaio il Cipe ha rinnovato la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, un provvedimento fondamentale per agevolare gli espropri necessari alla costruzione di ciò che manca. Ma il tempo passa e la dichiarazione ha una scadenza.
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La giunta dura e pura leghista incomincia a scricchiolare. Prima la Pedemontana partita malissimo e finita peggio con una lingua di asfalto costata 40 MILIONI al km, manco fosse di travertino.
I rimborsi alla Valceresio una costante fabbrica di promesse dove ora si fanno orecchie da mercante.
E finiamo con la giravolta sul collegamento ferroviario ticinese.
Forse i lombardi hanno votato sicuramente le persone più simpatiche e folcloristiche ma non sicuramente le più capaci di affrontare sfide importanti come la viabilità ed il trasporto pubblico.
Il bosco della Moronera di Lomazzo ancora ringrazia della gentile devastazione leghista.
C’era bisogno di fare tale scempio?
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