Indagine “Security”, sette arresti e sequestri per 6,7 milioni di euro

Dopo l’esecuzione delle misure coercitive personali e reali, avvenuta in data 15 maggio 2017, sono stati ulteriormente approfonditi alcuni spunti investigativi, emersi nella parte finale dell’indagine

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Nei giorni scorsi, militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Varese e personale della Squadra Mobile della Questura di Milano, proseguendo nello sviluppo delle indagini condotte nell’ambito dell’indagine denominata “Security”, hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misure cautelari personali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia (Procuratore Aggiunto dr.ssa Boccassini e Sostituto Procuratore dr. Storari), a carico di  7 soggetti, a vario titolo accusati di indebita compensazione di debiti erariali con crediti tributari fittizi ed emissione di fatturazioni per operazioni inesistenti, con l’aggravante di aver utilizzato il metodo mafioso.

Dopo l’esecuzione delle misure coercitive personali e reali, avvenuta in data 15 maggio 2017, sono stati ulteriormente approfonditi alcuni spunti investigativi, emersi nella parte finale dell’indagine, relativi a contatti che alcuni degli indagati avevano intrattenuto con un gruppo criminale di persone di origini pugliesi, da anni radicato in provincia di Milano, facenti capo al pluripregiudicato cerignolese Antonio Saracino.

È stato accertato che gli indagati facenti parte del “gruppo pugliese” hanno utilizzato 4 società cooperative, tutte operanti nel settore della logistica ed aventi sede amministrativa di fatto in Desio (MB), al fine di perpetrare le illecite finalità dell’organizzazione criminale a loro riconducibile. Il compenso per il servizio veniva determinato in proporzione all’importo indebitamente compensato, risultando dovuta una somma oscillante fra il 35% ed il 40% del debito estinto. Tale corrispettivo, soltanto in alcuni casi, veniva pagato in contanti, dal momento che gli indagati disponevano, altresì, di un sistema di ricezione di tale prezzo del reato ben più sofisticato, che prevedeva il ricorso a false fatturazioni per il tramite della società cooperativa Queen Service, anch’essa riconducibile all’organizzazione criminale.

Il sodalizio era capeggiato da Antonio Saracino, il quale impartiva le principali direttive e, consapevole della caratura criminale di Luigi Alecci e dell’appartenenza di quest’ultimo all’organizzazione mafiosa dei “Laudani”, intratteneva i rapporti con i principali indagati Emanuele Micelotta, Giacomo Politi e Alfonso Parlagreco, al fine di procedere alla liquidazione volontaria di due cooperative consorziate nel gruppo Sigilog, atteso il forte indebitamento delle stesse nei confronti dell’Erario e dell’INPS.

Nel complesso, la nuova attività investigativa ha consentito di accertare un’evasione scaturita dall’indebita compensazione, quantificata in € 4.885.887,95, per la quale la D.D.A. di Milano ha emesso un Decreto di Sequestro preventivo d’urgenza, con il quale ha disposto  il sequestro, anche per equivalente, della predetta somma, già eseguito per intero a carico dei soggetti indagati.

Successivamente, sulla scorta degli elementi probatori sopra descritti, sono stati arrestati i tre personaggi citati sopra (tutti già detenuti in vigenza delle precedenti misure cautelari emesse nell’ambito del presente procedimento), Antonio Saracino, Giuseppe D’Alessandro e Anonino Catania per indebita compensazione e circostanze aggravanti per i consulenti fiscali, con l’aggravante per l’utilizzo del metodo mafioso.

Ad oggi, i sequestri complessivamente disposti ed eseguiti nell’ambito dell’indagine “Security”, riferiti a beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie ammontano complessivamente a quasi 6,7 milioni di euro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Luglio 2017
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