L’insegnamento di Laura si chiama legalità
Toccante cerimonia del quarto anno dall’attentato che nel luglio 2013 tolse la vita alla sindaca. Gli studenti della città le dedicano una mostra
Pensare ad un bambino che torna a casa, vede un comportamento sbagliato e dice: “No, così non si fa, ci sono le regole, e vanno rispettate”.
Sono loro, i giovani, i nuovi cittadini che dovranno lottare per difendere la legge, con la legge: la strada per farlo non è quella della giustizia fai da te, ma del rispetto della legalità.
Laura Prati l’aveva insegnato ai suoi figli, che oggi la mettono in pratica. E l’aveva insegnato ai suoi cittadini che stamattina, domenica 2 luglio alle 9.45, si sono fermati ad ascoltare il silenzio suonato dalla tromba, assistendo con compostezza e partecipazione all’ammaina bandiera, per rivolgere un pensiero proprio a lei, che quattro anni fa, a quell’ora veniva ferita assieme al suo vice Costantino Iametti, presente alla cerimonia.
E oggi, dopo quattro anni da questa terribile vicenda, questa donna è diventata un simbolo, un esempio da seguire.
Sono partiti da qui i giovani delle scuole cittadine che hanno dato vita ad un progetto sulle regole che ha trasformato il municipio in un museo della legalità: “Penso, dunque rispetto”, si chiama.
Che vuol dire non gettare la spazzatura per strada ma anzi sfruttarla per il “riuso creativo”, oppure conoscere le regole e il loro impiego nella vita di tutti i giorni.
Lo ha ricordato il sindaco Angelo Bellora nel suo discorso: «La vicenda di Laura ci ha insegnato una cosa: non bisogna cercare scorciatoie. Anche se le istituzioni prendono decisioni incomprensibili e impopolari devono essere rispettate e non ci si fa giustizia da soli. Questo palazzo, che oggi porta il suo nome, va vissuto e frequentato».
Assieme al sindaco era presente anche la senatrice Erica D’Adda che ha ricordato il due luglio di 4 anni fa: «Un momento che mi ha strappato il cuore», ha detto la senatrice, elogiando Lorenzo, il giovane sindaco dei ragazzi che ha spiegato quanto sia sentita questa cerimonia.
«Abbiate cura delle istituzioni – ha ricordato D’Adda – perché siete voi le istituzioni. La vostra partecipazione sia al centro delle vostre azioni a sostegno delle istituzioni: non lasciateci soli» ha affermato rivolgendosi ai presenti, auspicando di «far camminare i valori di Laura coi nostri cuori e con la nostra testa, ogni giorno».
A Maria Grazia Aspesi, professoressa coordinatrice del progetto che ha portato alla mostra dentro e fuori il Municipio, è toccata la spiegazione del progetto didattico, che ha dato il la alla visita del palazzo comunale.
Alla commemorazione di oggi era presente anche il figlio di Laura Prati, Massimo Poliseno che ha espresso grande soddisfazione per la partecipazione e l’affetto che la città ha voluto dimostrare alla memoria della madre.
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