Migranti, “il Comune entri nella rete civica dei sindaci per l’accoglienza”
Lo propone Gianni Lucchina, dell’opposizione. “Paghiamo le conseguenze di sindaci che fanno le barricate”
Gavirate paga le conseguenze di sindaci che vogliono incatenarsi al solo sentir parlare di richiedenti asilo in arrivo, che fanno le barricate, e per questo il Comune dovrebbe aderire alla “rete dei sindaci per l’accoglienza”.
Senza alcuna vena di contrasto con la maggioranza retta dal sindaco Silvana Alberio il capo dell’opposizione in consiglio comunale Gianni Lucchina lancia la proposta dopo la notizia dell’arrivo in paese di una trentina di migranti che rimarranno nella palestra dell’Isis Stein tutta l’estate.
«Credo che la responsabilità di questo problema non possa sempre ricadere sulla Prefettura -ha spiegato Lucchina – . È chiaro che se venisse applicato il quoziente di un richiedente asilo ogni mille residenti, la faccenda sarebbe chiusa da tempo. Il punto è che questo non avviene per via della scelta di alcuni amministratori di alzare le barricate ogni volta che si affronta questo tema. E quindi deve spettare ai comuni che accolgono il compito di accogliere sempre più, al posto di chi pregiudizialmente e politicamente lucra su questa vicenda».
«Il paradosso – continua Lucchina – è che spesso si sente dare colpa all’Europa di non voler intervenire sulla questione, ma la dinamica, a casa nostra, è esattamente la stessa: diamo colpa a chi deve gestire l’emergenza, e non a chi potrebbe quota parte contribuire a risolvere il problema».
Lucchina è soddisfatto del lavoro svolto dai richiedenti asilo che in quei mesi si sono integrati a Gavirate svolgendo attività di pubblica utilità di pari passo con le lezioni di lingua e cultura italiana.
E lancia una proposta all’amministrazione: «Perché Gavirate non entra a far parte della rete dei sindaci per l’accoglienza? In questo modo avrà un maggior peso nella gestione di questa partita. Potremo far sentire meglio la nostra voce».
LA RETE CIVICA DEI SINDACI PER L’ACCOGLIENZA
La Rete vuole offrire sostegno alle Amministrazioni comunali che stanno ospitando i rifugiati, in modo tale che i Comuni possano aiutarsi reciprocamente nella realizzazione dei vari progetti. Anche nel Varesotto, infatti, molti Comuni lavorano insieme alla Chiesa locale per assicurare ai profughi, giovani e famiglie, il miglior percorso di accoglienza, spesso affrontando difficoltà e fatiche, ma anche raccogliendo frutti positivi di integrazione e di aiuto reciproco.
Ma la Rete dei Sindaci ha anche una cruciale funzione di stimolo esterno: vuole premere sulle istituzioni prefettizie, regionali e ministeriali per una decisa modifica dell’attuale preoccupante situazione di improvvisazione e lacune gravi, che caratterizzano l’accoglienza d’emergenza dei profughi che, tramite le Prefetture, dipende direttamente dal Ministero dell’Interno.
La Rete propugna un cambiamento culturale più generale, un radicale mutamento strategico negli indirizzi organizzativi e di impostazione del sistema di ospitalità per i profughi: abbandonare la logica della provvisorietà emergenziale ed assumere l’ottica della permanenza e continuità dell’impegno di accoglienza, riorganizzando adeguatamente le forze e le risorse.
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