Poste, disagi nei recapiti, la denuncia del sindacato

La protesta di numerose sigle sindacali regionali per "l’ennesima nuova riorganizzazione attuata unilateralmente da Poste Italiane"

Il gateway di Poste Italiane

Pubblichiamo la nota a firma di Cisl-Slp, Failp-Cisal, Confsal Comunicazioni, Ugl in merito al servizio postale in Lombardia

L’ennesima nuova riorganizzazione attuata unilateralmente da Poste Italiane senza accordo con il sindacato, da lunedì 10 luglio anche in Lombardia sta creando gravi disagi, ritardi e caos ai cittadini per il ritiro negli uffici postali degli oggetti a firma (raccomandate, assicurate, atti giudiziari ecc.) non consegnati per assenza del destinatario al passaggio del postino.

Fino a lunedì scorso, soprattutto nelle città e nei grandi centri abitati dove è presente un Centro Primario di Distribuzione della corrispondenza di Poste, i cittadini che dovevano ritirare un oggetto a firma non consegnato per assenza del destinatario, dal giorno successivo si potevano recare unicamente presso questo Centro con gli sportelli aperti per tutta la giornata. Senza alcun passaggio interno, gli oggetti erano già pronti fin dal primo mattino.

La nuova organizzazione messa in atto a tavolino da manager di Poste che poco o nulla conoscono della complessa realtà di tutte le fasi lavorative e passaggi interni delle attività di recapito, prevede che il ritiro non sia più effettuato nel Centro di Recapito ma presso uno dei tanti uffici postali dislocati nelle città.

Una geniale grande idea…
In apparenza, ma solo in apparenza, un vantaggio per i cittadini che in tal modo dovrebbero ritirare tale particolare tipo di corrispondenza in un ufficio più vicino a casa propria.

In sostanza grande caos, disagi e disorganizzazione! Per le farraginose procedure interne e per la miriade di passaggi, controlli e verifiche che necessitano in questi casi, i cittadini possono ritirare le raccomandate, magari urgenti, a partire dalla tardissima mattinata del giorno successivo, nel giorno o nei due giorni successivi… Se tutto va bene, se tutto fila liscio e se le trovano, si tenga presente che molti Uffici saranno chiusi per il periodo feriale.

Eh già, perché l’impresa è anche quella di trovare l’ufficio giusto dove ritirarle, nella moltitudine di succursali e di uffici postali presenti in ogni città.
Per il sindacato che conosce bene il servizio e le varie fasi di lavorazione, era fin troppo facile prevedere che, senza opportuni accordi, il trasferimento degli oggetti inesitati e la relativa consegna sulla rete degli uffici postali risulta priva di sufficienti elementi strutturali in grado di conferire efficienza al servizio da rendere alla clientela postale.

Infatti, già dai primi giorni si riscontra che il progetto peggiora la qualità del servizio in quanto comporta un ritardo di 48 ore nella consegna alla clientela nelle provincie dove sono attive le zone a giorni alterni e di 24 ore nelle restanti realtà. Inoltre, la mancanza di spazi adeguati negli uffici, la mancanza di formazione adeguata per il personale coinvolto, la mancata quantificazione della nuova operativita, unitamente alla non contestuale riparametrazione della forza lavoro, comportano caos organizzativo e lunghe code da parte della clientela nella fase di ritiro.

In sostanza, l’avvio unilaterale del progetto, in assenza della condivisione sulla sua reale efficienza, sulle fattibilità delle modifiche organizzative e sui criteri da stabilire per la riallocazione del personale, comporta inevitabili disservizi di cui ancora una volta si è resa responsabile la dirigenza aziendale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Luglio 2017
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