“Un piccolo genio dal cuore grande”
Il ricordo degli amici di Bruno Gulotta, tra impegno nel lavoro e attenzione alla famiglia. I colleghi di Tom'sHardware: "Aveva una fame insaziabile di conoscenza"
Un grande professionista e sperimentatore, ma anche una persona con grandi doti umane, che aveva deciso di farsi una famiglia prima dei 30 anni. Sono gli aspetti per cui amici e colleghi ricordano Bruno Gulotta, morto a Barcellona nell’attentato di giovedì 17 agosto.
«Non meritava di morire: era una delle persone più belle che conosco, un ragazzo retto, amorevole, senza vizi, padre di famiglia innamorato della sua compagna e dei suoi bimbi» la ricorda Angela, una amica ed ex collega. «Un ragazzo esemplare, non uno qualsiasi».
Bruno era diventato anche zio domenica scorsa, quando la sorella aveva avuto un bimbo.
«Era un ragazzo a dir poco fantastico», ci spiega una amica che preferisce rimanere anonima. «Lo chiamavamo ” il piccolo genio”. A 22 anni era considerato un piccolo genio informatico. Contrariamente alla maggior parte dei ragazzi della sua età, pensava solo di lavorare sodo, impiegandosi in diversi lavori. Ci stupivamo perché, giovanissimo, teneva corsi sui sistemi informatici a professionisti. Ci siamo stupiti ancor di più quando a 28 anni, decise di metter su famiglia. Abbiamo sempre pensato che stesse bruciando le tappe troppo in fretta perché, con il suo cervello, poteva arrivare più in alto, ma lui scelse la famiglia».

«Bruno era un punto di riferimento per tutti quelli che lo hanno conosciuto. Per noi di Tom’s Hardware era una colonna portante» scrive Roberto Buonanno nell’articolo pubblicato sulla pagina di Tom’s Hardware. «Chiunque entrava in contatto con lui, che si trattasse di clienti, fornitori o star del web, restava colpito dalla sua gentilezza e dalla sua professionalità» continua Buonanno. «Aveva una fame insaziabile di conoscenza ed era un vero smanettone, uno di noi, anche se poi aveva deciso dedicarsi a tempo pieno al marketing e alle vendite, di cui era diventato responsabile. E in quel ruolo non ho mai conosciuto una persona più capace. Amava studiare ogni aspetto della propria vita e professione, era un lettore insaziabile e un avido ricercatore della perfezione».

Buonanno non ricorda Gulotta professionista, ma anche l’amico: «Personalmente, sento mancare il terreno sotto i piedi. Ogni volta che avevo un problema o una questione complessa che mi arrovellava, ne parlavo con lui. E non si parlava solo di business, anzi. Discutevamo di educazione dei bimbi, di vaccini, di medicina alternativa, di alimentazione naturale, di diete e di preparazione fisica. Non so come farò a sopportare la vista della sua postazione di lavoro vuota in ufficio e penso a quanto mi mancherà questo compagno di vita e di carriera. E poi realizzo che è un pensiero egoista perché ora tutto quello che conta e che è importante è dare il massimo supporto alla famiglia, per la quale ci sarò e ci saremo sempre».
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