De Troia: “Io vecchio socialista, voterò secondo coscienza”
Il nuovo consigliere comunale della maggioranza ha firmato la nomina ma sarà un battitore libero: "Io risorsa della democrazia"
“Sono una vecchia conoscenza della politica e voterò secondo coscienza”.
Agostino De Troia si presenta in grande forma al suo debutto in consiglio comunale; l’espressione originale era molto più colorita e divertente, ma è irripetibile senza guardare la faccia simpatica di questo ex socialista, 74 anni, che ne ha viste davvero di tutti i colori.
Oggi “Ago”, come lo chiamano gli amici, è stato a colloquio con il sindaco Davide Galimberti e ha firmato i moduli negli uffici comunali per la sua nomina.
Subentra nella Lista Galimberti, centrosinistra, al posto del dimissionario Mauro Gregori (poi passato al gruppo misto e infine uscito dalla scena).
Sarà un fedelissimo o un battitore libero?
“Valuterò caso per caso – osserva De Troia – lo sosterrò senza se e senza ma, se penserò che stia facendo bene alla città. Altrimenti lo combatterò”.
Niente male, per il primo giorno da esponente di maggioranza; ma facciamo un passo indietro.
De Troia nasce politicamente nel partito socialista, a sinistra, ma termina la sua carriera partitica nell’Udc. La sua vita è come libro, dice di se stesso: ha iniziato a fare politica a 18 anni a Lucera, il suo paese; a Varese è stato un funzionario della Ignis, poi consulente aziendale. Militante del Psi, poi nel Psdi, dove è stato per un anno il portaborse dell’onorevole Cuojati, il tesoriere nazionale del Psdi negli anni Ottanta.
(De Troia a colloquio con Tata Bianchi del comune di Varese, mentre accetta la nomina a Palazzo Estense)
Alla fine degli anni Ottanta era il presidente di Avt a Varese, in quota Psi:
“Il sindaco era Bronzi – racconta – e quando fu defenestrato, il commissario Calandrella mi chiamò e mi nominò commissario dell’azienda, perché la gestione era stata d’eccellenza. Gli dissi con sincerità che io ero stato messo in quel posto dalla politica, e dai politici che in quel momento stavano finendo tutti in galera. Si fida? Gli dissi. Sì, mi rispose. E andò tutto bene”.
Il bagaglio di tanti anni di politica è presto detto: De Troia ha mantenuto la capacità di ragionare senza preclusioni.
“Non ho più ideologie. Galimberti l’ho sostenuto perché l’avevo conosciuto come avvocato quando collaborava con Aspem Reti. E’ una persona molto valida e corretta. Io l’ho sostenuto fin dalle primarie, quando alle Bustecche, il mio quartiere, il giorno del voto ho radunato un gruppo di persone e le ho portate tutte a votare per lui. Gli ho portato almeno trenta voti. Marantelli? Beh, aveva detto che non voleva più candidarsi a sindaco, voleva fare il Cincinnato…e così ho preferito Galimberti. Non sono del Pd, ma ho scelto la persona. Per vincere a Varese, la sinistra, come è ovvio, doveva allearsi con i moderati. Io ho interpretato questa fase politica. So che nel Pd qualcuno se l’è presa a male e ha inveito contro di me, ma così è andata”.
(Inizia l’avventura in consiglio comunale)
De Troia però è anche uno che non le manda a dire, ed esprime in grande libertà il suo punto di vista, su fatti e persone.
“Volevo che perdesse la Lega, non lo nego. Non avrò problemi a collaborare con il gruppo consiliare della lista Civica Galimberti, che però è una cosa diversa dalla lista. In sostanza la lista è solo un gruppo di persone senza alcuna certificazione giuridica e non ha alcun valore per me. In questa maggioranza, inoltre, non nego di avere delle persone con cui ho avuto dei contrasti, in primis l’assessore Molinari. E’ un vecchio democristiano che io chiamo Richelieu, l’ho detto anche al sindaco che mi ha risposto di non essere il Re Sole”.
E poi?
“Il consigliere Iannini? Persona seria e corretta”.
Il dimissionario Gregori?
“Mi ha bannato da facebook. Ha fatto ogni giorno una richiesta diversa al sindaco, roba che lascia il tempo che trova. Se ogni giorno chiedi la luna, non ottieni nulla. Un po’ come chiedere di mettere i pannolini ai piccioni così non ci cagano addosso”.
Malerba e la Lega Civica?
“Malerba non lo conosco – osserva – però un po’ mi sento tradito dai mie ex amici Udc della Lega Civica. Avevano scritto tanti manifesti, nel 2016, per dire che non volevano più avere nulla a che fare con i partiti. Ora invece si sono presi le poltrone di Aspem Reti e Avt e la presidenza del consiglio comunale. Però una cosa devo dirla, il loro capo Lorenzo Airoldi è un uomo dall’intelligenza politica superiore, ne ho conosciuti pochissimi come lui in tutta la mia vita”.
La maggioranza regge?
“La maggioranza rimarrà questa. Varese non è di sinistra, e la sinistra deve allearsi con i moderati per forza. L’operazione della lista civica era questo, c’era dentro di tutto. Gente di destra come Iannini, radicali come Gregori, ciellini come la consigliera Cocchiere, tutti. L’obiettivo era eleggere Galimberti, non il suo partito. Nessuno farà mai cadere questa giunta”.
Il piano della sosta lo avrebbe votato?
“Si, ma solo se avessi avuto la possibilità di discutere con Galimberti. Al sindaco invece ho proposto di valutare la valorizzazione di 300 immobili comunali, un patrimonio da 8 milioni di euro. Ho fatto il consigliere in Aler, conosco la realtà delle case popolari, bisogna lavorare in quella direzione”.
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