Evasione dell’Iva e lavoro in nero, nei guai un hotel
La Finanza ha contestato diverse violazioni ad un hotel della zona di confine. Avrebbero anche incassato indebitamente 90mila euro di contributo regionale

130mila euro di evasione dell’Iva e 90mila euro di contributi regionali percepiti in modo indebito. Queste sono le cifre contestate dalla Guardia di Finanza all’hotel nella zona sul confine con la Svizzera.
L’indagine è stata condotta proprio dalle fiamme gialle di Gaggiolo, che non si occupano solo di controlli sul confine, ma anche di altre indagini, anche sul fronte tributario. Nell’ambito di un controllo di polizia amministrativa nei confronti di un’impresa immobiliare, facente capo ad una grande struttura alberghiera, finalizzato alla verifica della corretta percezione di fondi pubblici erogati dalla Regione Lombardia, i militari hanno appunto contestato l’indebita percezione di contributi pubblici per circa 90mila euro. I contributi regionali erano destinati ad ammodernamento della struttura: l’imprenditore doveva realizzare camere in più (con spesa minima di 130mila euro) e, secondo gli elementi raccolti dalla Finanza, avrebbe modificato alcune fatture per lavori esterni facendole figurare come lavori all’interno, per gonfiare i costi e arrivare – in modo indebito – alla quota prevista.
La concomitante attività di verifica fiscale ha poi portato le fiamme gialle fino alla ditta individuale in capo all’albergatore: i finanzieri hanno contestato 500mila euro di costi indebitamente dedotti, anche mediante l’utilizzo di fatturazioni per operazioni inesistenti, per un’evasione dell’IVA pari a circa 130mila euro. L’imprenditore avrebbe ad esempio emesso fattura da una società all’altra anche solo per i pasti giornalieri che consumava nella sua stessa struttura (valutati in circa 2mila euro mensili).
Al titolare della struttura alberghiera è stato inoltre contestato l’impiego di un lavoratore “in nero”, una donna albanese, peraltro sprovvista di regolare permesso di soggiorno identificata al momento dell’accesso (arrivata con visto turistico, la donna è stata espulsa).
Per le condotte illecite poste in essere dal contribuente, i finanzieri hanno denunciato l’imprenditore alla Procura della Repubblica di Varese per i reati di Truffa aggravata ai danni dello Stato, Falsità materiale commessa da privato, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed impiego a lavoro subordinato di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno.
La lotta agli sprechi di denaro pubblico consente un utilizzo trasparente ed efficiente dei finanziamenti sia nazionali che comunitari, contribuendo alla crescita produttiva ed occupazionale.
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