Finalmente Ungheria!
Il viaggio sulle due ruote di Marco Zanini entra nel vivo: l'escursionista raggiunge la meta della sua avventura
Finalmente Ungheria. Ho un bellissimo ricordo del paese durante il mio erasmus a Vienna. È stata una meta gastronomica gettonatissima. Avevo voglia di rivederla ed ecco spiegato perché proprio l’Ungheria.
Oggi prima di oltrepassare i confini sloveni allungo per Jeruzalem. Si narra che alcuni crociati (forse non troppo convinti) raggiunsero queste terre e scoprendo che il vino era buono e la gente ospitale decretarono che quella era la loro Gerusalemme. Per arrivarci percorro colline piene di vigneti e paesaggi molto curati. Arrivo presto, verso le 930, ma non posso esimermi dal provare il loro vino Sipon. (Chi sono io per andare contro la storia?)
Ieri l’ostellante mi racconta la storia di questo vino: i francesi assaggiarono il vino fatto in quel territorio e dissero “c’est bon”, ma gli sloveni capirono quel che capirono e lo chiamarono Sipon. Ed infatti, è buono! Mentre lo assaporo in quel di Jeruzalem mi viene da ridere perché un anno fa con delle amiche volevo scrivere un libro illustrato per bambini (ma non solo) un po’ ironico, che parlasse della storia di un ciclista che si credeva un templare.
La storia più o meno autobiografica di un viaggio tra Sacromonte di Varese a quello di Varallo per portare in dono la propria barba per il restauro delle statue barocche. (Nota necessaria: ai tempi avevo una barba enorme che ho donato. Fa un po’ senso come cosa, ma sarebbe meraviglioso se la usassero veramente! Per ora non sono ancora stato chiamato per vedere in anteprima i restauri con la mia barba) Ad ogni modo, vorrei stare di più, ma devo andare. Prima di varcare il confine traggo due considerazioni: non ho visto povertà in Slovenia, eppure son passato anche da periferie, luoghi lontano dalle rotte turistiche. Ieri l’ostellante mi raccontava che in Slovenia, dato il passato socialista, esiste tuttora un buon sistema pensionistico e di aiuti, l’università è gratis ecc. Molti lavorano all’estero ma poi ritornano perché desiderano la casa con il giardino e l’orto. Effettivamente ho trovato edifici molto curati, fiori dappertutto, pochissime recinzioni.
Arrivo nella piana ungherese e mi aspettano chilometri di tutt’altro paesaggio: degrado e incuria se paragonato alla Slovenia. Case sfitte e in rovina lungo le poche strade che percorro. Per evitare l’unica strada zeppa di camion devio nella campagna e nei boschi ed è completamente diverso dalla Slovenia: enormi latifondi recintati, tanto grano, e mi sembra di capire che caccino molto, data la presenza di torrette di avvistamento. Passo dai boschi e campi ungheresi, nel mezzo del nulla, senza nessun segno di vita, dove ci si potrebbe sentire persi e impauriti. La bici però aiuta a sentirsi meno spaventati. È un mezzo che so maneggiare e riparare (o almeno credo) e mi concede la libertà di essere veramente indipendente. E non è una cosa da poco.
Arrivo a Heviz, località termale che ad un primo sguardo mi pare poco interessante e dove scopro che per domani i massaggi sono tutti prenotati. Ahhhhhhhhhhh. Io ho fatto 1000km per arrivar qui e farmi 1 giorno in completo relax tra terme e massaggi, cosa che non ho mai fatto nella mia vita. Ed è tutto occupato?
E domani Balaton…
Ps
Cibo: oggi ho a disposizione una cucina tutta per me per cui ne approfitto. Mi preparo una sorta di goulash vegetariano di peperoni piccoli e dolcissimi, accompagnando il tutto con “csipetke” una pasta pizzicata all’uovo che adoro e che scopro che qui al supermercato costa come la Rummo. (Mi sconvolge che qui vendano la Rummo!) Per buttare giù i 200gr di pasta innaffio con la Kozel una delle mie birre ungheresi preferite e ci rimango male a sapere che è stata acquistata dalla Asahi (come la Peroni). Sigh
PsPs
Non so se è una coincidenza, ma Jeruzalem in Slovenia era piena di gente con la kippa! Forse una carovana di turisti? Lo spero altrimenti ci devono essere stati degli effetti strani con il vino Sipon alle 930 di mattina!
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