Leonardi: “Galimberti non ascolta la città”

Secondo Forza Italia le critiche e le dimissioni della civica dipendono dal fatto che il sindaco, una volta vinte le elezioni, ha scaricato gli alleati

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Riceviamo e pubblichiamo

Le dimissioni del consigliere Mauro Gregori sono un’altra sconfitta politica per il sindaco Galimberti. Una scelta comprensibile umanamente, meno condivisibile politicamente, credendo nell’indisponibilità personale di un mandato democratico popolare, tranne per gravi motivi personali.

Di certo il lungo elenco degli errori politici e amministrativi della Giunta Galimberti è da tempo sotto gli occhi di tutti e l’opposizione da un anno ripete quanto dichiarato da Gregori, ma andare via sbattendo la porta risolve solo un problema personale e non contribuisce alla tutela dell’interesse pubblico, a meno che non ci siano altri elementi a noi oscuri. Al di là di queste brevi considerazioni, le dimissioni di Gregori fanno emergere un altro dato politico su cui riflettere. Galimberti è da un anno un uomo solo al comando e la sua personalizzazione della politica varesina, dalle primarie del PD ad oggi, sta quotidianamente annientando o quantomeno arginando ciò che può essere in contrasto con l’ambizione del Sindaco Galimberti per una poltrona nazionale parlamentare.

Ambizione ovviamente lecita, ma Varese non può essere usata solo come un trampolino di lancio. Varese deve essere amministrata e non usata. Infatti, una volta fatto il porta a porta dei voti dei cittadini in campagna elettorale, una volta portati a casa i voti del PD, compresi quelli numerosi di Oprandi, Mirabelli e Infortuna, una volta spremute le Liste civiche, il sindaco Galimberti ha iniziato a fare terra bruciata attorno a sé.

Così, una volta eletto, il sindaco non si è visto più in viale Berforte o altrove, il PD è entrato in un evidente stato di sommossa permanente, con forti contrasti politici tra Galimberti e il livello cittadino, provinciale e regionale del partito, mentre le Liste civiche, tra cui quella che porta il nome del sindaco, sono diventate un intralcio per Galimberti perché la lista civica, senza schemi e senza logiche di partito, può diventare una forma di opposizione all’interno della stessa maggioranza, può diventare con il proprio civismo una sentinella che dà fastidio al manovratore che si vuole imporre, pur privo di qualunque autorevolezza politica; la lista civica dà fastidio perché è la cassa di risonanza dei mille piccoli e grandi problemi della città, è la voce dei cittadini che proprio il sindaco Galimberti fa finta di ascoltare, perché i suoi progetti politici personali sono altri e ora che si sente di avere preso in mano il partito dopo anni di forzato oblio in cui era relegato, almeno così dicono gli stessi appartenenti al PD varesino, Galimberti non può essere disturbato nel suo percorso politico dalla concretezza di Gregori o dallo spessore di Iannini o dalla lungimiranza di Bortoluzzi.

Così, dopo un anno, la maggioranza consiliare per ora tiene, mentre la coalizione è già scoppiata, ma un uomo solo al potere che ha fatto diventare consiglieri e assessori comparse di una sceneggiatura da lui già scritta dovrà prima o poi sottoporsi al giudizio politico dei cittadini e probabilmente la consultazione popolare sul suo stipendio promesso da Galimberti per il prossimo settembre sarà un momento di verifica del gradimento dei cittadini nei confronti del progetto Galimberti.

Roberto Leonardi
Segretario cittadino Forza Italia Varese

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 16 Agosto 2017
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