“Scissione? Dimenticata. La Festa del Pd è andata a gonfie vele”
Il capo della festa, Bassano Falchi: "32mila presenze, un successo, ora pensiamo alle elezioni. La base non vuole personalismi"
La Festa del Pd di Varese, la più lunga d’Italia, è andata molto bene e la scissione non ha per nulla intaccato la voglia di partecipazione dei militanti. Sono state 32mila presenze in totale alla festa, al ristorante sono stati erogati 18mila pasti. Il risultato è in aumento del 30% rispetto al 2016 anche se sotto i buoni numeri degli anni intorno al 2010, in cui si andava sulle 35-40mila presenze estive.
E’ un fatto comunque che non è vero che vi sia stata una fuga dalle feste del Pd, quantomeno a Varese, dove anzi le cose sono in netta ripresa rispetto al passato, ed emerge dai numeri presentato a conclusione dei tre mesi da Bassano Falchi, il responsabile organizzativo, e Cinzia Parola la tesoriera.
“E’ stata una festa con grandi numeri – osserva Bassano Falchi – abbiamo tenuto 40 serate, in cui hanno timbrato come volontari 1700 presenze, e non si vedevano questi numeri dal 2011. Nel complesso i volontari sono stati circa 200 persone in tutto. Tanti giovani. Ognuno ha indossato la magliette gialle “Bella Ciao Varese”, che ha dato uno spirito diverso e più identitario. O giovani si sono sentiti protagonisti e hanno apprezzato. Il week end siciliano dal 18 al 20 agosto è stato quello più partecipato”.
(I volontari del Pd con il segretario regionale Alessandro Alfieri)
I dibattiti, 11 in tutto, hanno avuto una buona partecipazione: neanche uno è andato a vuoto, con presenze da 70 a 200 persone ogni volta. Il record di pubblico si è raggiunto con la serata insieme alla giunta Galimberti.
Per Varese è il primo anno con il nuovo nome (cioè il vecchio), discusso col regionale e che Renzi ha poi accettato di buon grado. “Abbiamo anche resistito alla burrasca di venerdì scorso senza danno allo strutture – osserva Falchi – è una metafora del Pd resiste alle burrasche”.
Bassano Falchi si lascia anche andare a qualche considerazione politica; vicepresidente della commissione regionale di garanzia, è un po’ anche un megafono degli umori del popolo delle feste dell’Unità la mitica base: “Devo dire che la nostra gente non ama molto le fughe in avanti dei singoli che vogliono essere candidati senza confrontarsi prima con il partito – aggiunge (e il riferimento alla conferenza stampa in cui Luisa Oprandi ha detto di essere disponibile a correre alle regionali è evidente) – nel Pd c’è uno statuto, ci sono regole. Tra i partecipanti alla festa ho colto una richiesta di umiltà e unità, di tutti i dirigenti, dal primo all’ultimo. Tra poco inizierà il dibattito per le candidature sia alle politiche che alle regionali e in quella sede bisognerà valutare molte cose, anche chi ha rispettato lo statuto in termini di mandato svolti e di versamenti effettuati al partito”.
Falchi spende però una parola per Alessandro Alfieri, il segretario regionale: “Alessandro ha fatto un lavoro politico enorme in questi anni, ed è un valore aggiunto, ha un consenso enorme nel partito. Giorgio Gori è una scelta voluta anche e soprattutto da Alessandro”. E spende anche una mezza parola sulla città di Varese. “Cè qualche visione diversa su come governare il partito o la città – non lo nego e non mi riferisco agli orlandiani – la forza però è affrontare la dialettica avendo presente il bene del partito e non gli aspetti personali. Occorre mettere insieme la maggioranza renziana“.
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