A me lo sguardo: venti mosse per mettere a fuoco il futuro
Sapete come si fa un occhiale? Elegante o casual, stravagante o esclusivo richiede tanto tempo e diverse abilità. Alla Sordelli di Venegono Inferiore, i fratelli Dino e Luca ci svelano i segreti del mestiere
In punta di naso oppure incollati alle sopracciglia, poggiati sulla fronte, appesi al collo. Rotondi o rettangolari. Anche a forma d’uovo ma sempre coloratissimi. A clip, tascabili, da vista o da sole. Gli occhiali sono uno fra gli oggetti più usati al mondo. Li guardi, sembrano semplici. Eppure per produrre una sola montatura, escluse le lenti da vista (dominio esclusivo degli ottici), ci vogliono venti passaggi diversi. Perché anche gli occhiali, da quando Plinio scriveva dello smeraldo di Nerone (a tutti gli effetti una lente di ingrandimento), hanno fatto la Storia. Dai frati amanuensi nel Medioevo a Ruggero Bacone e Giovanni Cheplero. Da Benjamin Franklin (che inventò le lenti bifocali) a Adolf Eugen Fick, che nell’Ottocento fu il papà delle lenti a contatto.
Ma le lenti sono nulle senza un supporto elegante e casual nello stesso tempo, esclusivo o alla portata di tutti, charmant o stravagante. Alla Franco Sordelli di Venegono Inferiore, i fratelli Dino (quarantotto anni) e Luca (quarantanove) si dedicano all’oggetto da quando avevano i pantaloni corti. Grazie al padre Franco. Disegno, progettazione 3D e prototipo in stereolitografia sono le prime fasi di un occhiale che si rispetti. Controllo degli equilibri, degli spessori, della forma: l’occhiale non rappresenta sé stesso ma chi lo indosserà. Se tutto combacia – il design iniziale con i parametri tecnici – si passa alla realizzazione dello stampo.
D’accordo, ma come nasce un occhiale del XXI secolo? I materiali sono infiniti, ma qui alla Sordelli se ne usano in particolare due: il TR90 Grilamid (nylon in questo caso importato dalla Svizzera) e il Propionato, a tutti gli effetti l’evoluzione dello storico acetato e morbido al tatto. Da qui si passa allo stampaggio (colore bianco, nero, cristallo, giallo trasparente come base per il modello Havana) e poi alla smerigliatura, levigatura e burattatura. Eliminate le piccole bave, è la volta del primo lavaggio a ultrasuoni per togliere altre, eventuali impurità lasciate dalle lavorazioni precedenti.
L’occhiale, ancora grezzo, è riconoscibile ma non si può indossare. A patto non si vogliano reggere le aste con le mani. Racconta Dino che «la cernieratura è la fase che permette di unire fra loro il frontale alle aste (tutto rigorosamente manuale secondo tradizione artigiana), poi c’è un altro lavaggio a ultrasuoni e, finalmente, la verniciatura». Niente di facile, ed è per questo che alla Sordelli troviamo un reparto dove mani esperte dirigono una pistola aerografo su e giù per l’oggetto selezionando con cura la coloritura. Velocità, tempismo, fermezza: ecco dove un “pezzo di platica” si trasforma in oggetto elegante. Lo stesso accade con la verniciatura automatica e la finitura lucida o opaca.
Un continuo girare di occhiali senza lenti, confonde la vista. In questa azienda di quaranta dipendenti (25 in produzione) è tutto un correre avanti e indietro, ma con una logica matematica. Una domanda: gli occhiali senza lenti non sono brutti? Prosegue Dino: «Ma le lenti ce le mettiamo: finte sugli occhiali da vista, vere su quelli da sole». Per tagliarle (prodotte dalla Zeiss con sede a Castiglione Olona, dalla Silo di Casale Litta o dalla Divel Italia) si utilizzano tre macchine eccezionali che usano frese e le rifiniscono con punte di diverse dimensioni. Il laser è lo strumento privilegiato per l’incisione della griffe sulle lenti oppure sulla montatura (anche se in metallo), e per dare maggiore valore all’occhiale con intrecci geometrici, o effetti di sbalzo, sulla superficie.
Ci siamo quasi: passato il controllo di qualità (eventuali puntini lasciati dalla laccatura vengono eliminati con la molatura) si passa alla tampografia, all’applicazione del logo, al montaggio delle lenti e finalmente alla confezione. Anche di “Snob Milano” e “Touch”, i due marchi completamente pensati, progettati e distribuiti da casa Sordelli.
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