Botte al direttore, l’aggressore va ai domiciliari

È accusato di tentato omicidio: "Non ho picchiato per uccidere". La vittima è ancora in terapia intensiva

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Filippo Mazzitelli, il 58enne dipendente di Stie che ha massacrato a calci e pugni il direttore della società di trasporti per la quale lavorava, è stato interrogato questa mattina (mercoledì) dal giudice per le indagini preliminari Piera Bossi. L’uomo ha risposto a tutte le domande, fornendo la sua versione di quanto accaduto lunedì mattina nell’ufficio del 54enne varesino che si trova ancora in coma farmacologico nel reparto di rianimazione.

Il giudice ha disposto gli arresti domiciliari per l’aggressore 58enne (incensurato, ndr), che potrà dunque uscire dal carcere di Busto Arsizio, dove era stato rinchiuso subito dopo aver preso a pugni e calci il suo superiore. All’uomo è contestato il tentato omicidio.

L’uomo, difeso dal legale Davide Toscani che ha chiesto la derubricazione del reato a lesioni gravi e ne ha sottolineato l’indole mite, avrebbe spiegato che si sentiva perseguitato da decisioni che riteneva ingiuste prese proprio dal direttore. Prima della contestazione che avrebbe dovuto spiegare proprio lunedì mattina, c’era una questione legata ad una richiesta di ferie non accolta. Questi due episodi hanno portato l’aggressore ad una sorta di black out mentale che si è esplicitato nella reazione violenta che ha rischiato di trasformarlo in un vero e proprio assassino.

Mazzitelli ha ribadito di non aver mai avuto l’intenzione di ucciderlo, si è scusato per quanto ha fatto e ha giustificato la sua reazione con lo stress derivato da una sorta di mobbing nei suoi confronti da parte della dirigenza.

Nel frattempo restano stabili le condizioni della vittima del pestaggio. Per ora i medici lo mantengono in coma farmacologico in attesa di una valutazione complessiva dei danni subiti al volto.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Settembre 2017
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