Fiume Olona, M5S: “Italia a rischio sanzione”
Comunicato di fuoco dei pentastellati De Rosa e Petraroli: "Il ministro dovrà risponderne"
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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Movimento 5 Stelle sull’autorizzazione agli scarichi in deroga nel fiume Olona
Olona sentenza Perstorp, De Rosa e Petraroli (M5S): “Italia a rischio sanzione, il ministro dovrà risponderne”
Quanto sta succedendo a Castellanza ha dell’incredibile. Il Consiglio di Stato, ribaltando una precedente sentenza, ha dato all’azienda svedese Perstorp il permesso di continuare ad inquinare il fiume Olona. Il colosso chimico svedese, 1.2 miliardi di fatturato l’anno, potrà quindi, con il beneplacito dello Stato italiano, continuare a riversare all’interno dell’Olona, già di per sé uno dei fiumi più inquinati d’Italia, gli scarti della sua produzione industriale.
“E’ assurdo” commenta il deputato Massimo De Rosa, portavoce del Movimento Cinque stelle e membro della Commissione Ambiente: “Sembra che della salute dei cittadini e della tutela dell’ambiente, non interessi nulla a nessuno. Come se dicessero chiaramente, a noi del futuro non interessa nulla. Questo non possiamo accettarlo”.
“Questo ribaltamento della decisione da parte del Consiglio di Stato è inaccettabile – dichiara Cosimo Petraroli – l’azienda multinazionale potrà scaricare fino a 55 mg per litro di aldeide, invece di 2 mg per litro come deciso dalla Provincia di Varese nel 2015. In provvedimento che rimarrà in vigore fino al 7 giugno 2018, quando il Consiglio si riunirà nuovamente in seduta pubblica. I cittadini non possono attendere così a lungo e subire gli effetti delle emissioni moleste.”
Dalle parole ai fatti. Il Movimento Cinque Stelle ha immediatamente presentato un’interrogazione parlamentare al riguardo. “Gli effetti della sentenza del Consiglio di Stato potrebbero ripercuotersi sulla collettività anche in termini economici” spiegano Massimo De Rosa e Cosimo Petraroli, anch’egli firmatario dell’interrogazione: “L’Italia, a causa dell’inquinamento dei suoi fiumi e dei suoi corsi d’acqua, rischia infatti di essere sanzionata a livello europeo. Per questo ci chiediamo come sia possibile, e lo domanderemo direttamente al ministro dell’Ambiente, primo non tutelare la salute dei cittadini attraverso la protezione dell’ecosistema; secondo non rispettare i parametri imposti per il bene collettivo al fine di compiacere una multinazionale. Rischiando così di andare incontro ad un’infrazione certa”. Insomma oltre al, gravissimo, danno ambientale anche la beffa di doverne sostenere il costo economico.
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