Liceo sportivo o quadriennale: la Provincia frena sulle candidature
Sono le proposte che molte scuole pensano di attivare dal prossimo anno. Ma ci sono molti limiti

Liceo sportivo, liceo quadriennale, nuove sperimentazioni. Le scuole superiori si stanno preparando ad arricchire la propria offerta formativa con le nuove opportunità che sembrano aprirsi.
Il Ministro Fedeli ha annunciato l’allargamento sino a 100 scuole in tutt’Italia dei percorsi in quattro anni, sperimentazione avviata all’Ite Tosi di Busto Arsizio che proprio quest’anno scolastico vedrà i primi studenti arrivare all’Esame di maturità con un percorso quadriennale.
Si liberalizza il tanto gettonato indirizzo sportivo che da anni crea qualche problema all’Isis Stein, unico autorizzato in provincia, e che ogni anno doveva rifiutare almeno la metà delle domande che riceveva. Altri istituti pensano a percorsi nuovi, a indirizzo più specialistico, per distinguere l’offerta che, dalla riforma Gelmini, si era irrigidita.
Sembra delinearsi un nuovo periodo di grandi scelte ma qualche paletto lo mette la Provincia: « Tutte le richieste dovranno transitare da Villa Recalcati – dichiara Paolo Bertocchi, consigliere delegato all’Istruzione – Stiamo già ricevendo le candidature per il liceo quadriennale: c’è il classico Cairoli e c’è lo scientifico Tosi di Busto più altri che si aggiungeranno da qui sino al 5 ottobre. Voglio solo chiarire che qualsiasi richiesta dovrà essere sostenibile, la Provincia non si accollerà alcuna spesa per attivazioni extra di percorsi formativi. Il progetto dovrà basarsi su dotazioni già in capo alla scuola. La cosa vale ancora di più per chi vorrà aprire un indirizzo sportivo: noi non possiamo permetterci convenzioni con impianti sportivi necessari. Le scuole quindi, dovranno avere già sedi e palestre adeguate loro o ricevute in uso gratuito con accordi che stringeranno direttamente. Purtroppo i tempi sono molto difficili e non possiamo più volare alto: ogni istituto dovrà agire con attenzione e oculatezza nella gestione dei propri spazi perché gli interventi a sostegno non sono più disponibili».
Pochi soldi e impianti al limite. E per l’inverno? « Tutto sembra funzionare – commenta Bertocchi – ma per avere certezze dobbiamo aspettare il freddo».
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