Più cultura e meno paura, una serata per combattere il terrorismo
Appuntamento all'auditorium di via Matteotti con il direttore di Famiglia Cristiana, il presidente del Centro Islamico di Saronno, Amnesty International e il sindaco di Rescaldina

Il 28 settembre a Rescaldina si terrà un incontro interreligioso e interculturale per riflettere insieme sulla possibilità di una risposta condivisa al terrorismo e alla paura che genera. Interverranno fra gli altri il sindaco di Rescaldina Michele Cattaneo, il direttore di Famiglia Cristiana Don Antonio Rizzolo e Paolo Pobbiati di Amnesty International Italia e l’Ing. Chridi Kalil Abdellatif – Presidente Centro Islamico di Saronno.
A partire dai recenti fatti di Barcellona, che hanno riportato all’ordine del giorno il tema della paura legata alle azioni terroristiche rivendicate dall’Isis, il Comune di Rescaldina – in collaborazione con l’Associazione Culturale Vidya – ha deciso di organizzare un incontro pubblico presso l’Auditorium comunale (Via Giacomo Matteotti 6) durante il quale si rifletterà sulle possibili risposte alla paura del terrorismo.
Sempre di più i protagonisti di questi atti sono giovani – a volte adolescenti – nati e cresciuti in Europa, attratti dall’ideologia terrorista. Oggi più che mai è necessario scindere l’atto terroristico in sé da una sua presunta matrice religiosa: come affermato nelle strade di Barcellona “il terrorismo non ha religione”.
Analizzare questi fenomeni richiede un approccio metodico, rigoroso e approfondito che non lasci spazio ai luoghi comuni e allo stereotipo dell’Islam come universo religioso e culturale composto da soggetti pericolosi per la nostra incolumità. Stereotipo che genera paura del diverso e atteggiamenti razzisti verso “l’altro da noi”, per etnia, religione e cultura.
Come noto l’adolescenza è un periodo connotato dalla difficile impresa di riconoscersi parte di un universo valoriale e di un gruppo di pari in cui inserirsi e da cui ottenere un riconoscimento identitario. Può capitare quindi che un ragazzo, più o meno emarginato a causa di questi stereotipi, possa identificarsi maggiormente nei valori violenti e distruttivi dell’Isis come rivincita e affermazione della propria personalità. Ma se questi ragazzi fossero stati “nutriti” con valori come rispetto e amore, tutto questo sarebbe accaduto? Ecco allora che combattere il disagio sociale e culturale da cui trae origine la violenza sembri essere la risposta migliore, a partire dalle scuole e dal sistema mediatico.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Roberto Morandi su Ancora un incidente in via Forze Armate a Gallarate, investito un ciclista di 13 anni
Berettera su Ancora un incidente in via Forze Armate a Gallarate, investito un ciclista di 13 anni
Domotronix su Le botte a Cugliate Fabiasco per strada, ma senza denuncia, “sono persone da lasciar stare”
lenny54 su La riapertura dell'ufficio postale di Lavena Ponte Tresa slitta ad aprile
Bustocco-71 su Il progetto per destinare l'area di via Forze Armate a sede del Commissariato di Polizia a Gallarate
Franco1164 su Il progetto per destinare l'area di via Forze Armate a sede del Commissariato di Polizia a Gallarate
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.