A spasso per ville nelle “Nature Urbane”
Teresio Colombo ha approfittato della manifestazione per visitare alcuni parchi cittadini
La scorsa settimana si sono svolte le attività collegate alla manifestazione “VARESE NATURE URBANE – FESTIVAL DEL PAESAGGIO” ho letto della partecipazione assai numerosa delle persone e vi voglio raccontare la mia esperienza. Devo precisare che l’interessamento di mia moglie e mio per questo tipo di manifestazioni risale alle visite guidate del F.A.I. alle iniziative del Dr. Zanzi attuale vice sindaco per le visite ai giardini delle ville private è di lunga data.
La prima scelta è stata quella della villa ”Nonaro” di Masnago perché e una fra le più antiche fra quelle proposte purtroppo non ho stampato il biglietto di conferma e forse perché ho sbagliato l’ora della visita mi hanno rimandato. La prenotazione per la visita alla villa Carmen Silva sulla collina dei Miogni invece è stata tutta regolare, essendo vicini alla villa siamo arrivati con qualche minuto di ritardo vedendo passare il bus che aveva scaricato i visitatori, arrivati ci hanno chiesto le generalità e controllato sulla lista delle prenotazioni ci hanno fatti entrare con il gruppo che da poco aveva iniziata la visita.
La giovane guida ha brevemente illustrato le origini della villa commissionata nel 1909 da G. Trolli ad un professionista di origine rumena O. Mausk che si è ispirato al castello di Peles Sinais una delle residenze della residenze della regina Elisabetta di Wield che aveva pubblicato i suoi scritti con lo pseudonimo “Carmen Silva”. Subito dopo si inizia a visitare il parco dove abbondano essenze facilmente riscontrabili nella flora locale quali il tasso, l’acero, il castagno e faggi ed in un angolo più luminoso un liquidambar; il vialetto con maggior pendenza è stato abbellito con una “rizzada” a due colori e il romanticismo del giardino è rafforzata da piccole fontane.
Finalmente si arriva all’ampio spazio aperto davanti alla villa dando modo alla guida di mettere in luce le differenze architettoniche fra la villa e il castello da cui ha preso ispirazione il professionista incaricato della sua progettazione; a questo punto il proprietario di casa Sig. Ranza invita i partecipanti a favorire di quanto predisposto per i visitatori mostrando nel frattempo i lavori realizzati dai malati.
A questo punto chiedo all’ospite se mi autorizza a scattare qualche foto. Ottenuta la verbale autorizzazione faccio i 2 scatti che ritengo interessanti il primo riguarda l’ingresso al corpo centrale della villa (01) ed il secondo il grande Faggio (02) sul lato della villa stessa.
La domenica successiva ci siamo prenotati per la visita alla villa “Spartivento” sul colle di Biumo per le 15.30, scegliamo di andare in centro e dopo un breve giro prendere una navetta per la visita ai parchi, davanti al municipio sono numerosi gli appassionati di ciclismo, la piazza Monte Grappa è ampiamente occupata da strutture istituzionali come Vigili del Fuoco, Croce Rossa; nella piazzetta davanti la chiesa dedicata a S. Giuseppe oltre un centinaio di persone stavano per terminare il pasto all’aperto, il corso Matteotti occupato con mostre di artisti locali, ma mia moglie ricorda che se vogliamo prendere il bus della linea A è bene portarci alla fermata, saliti sul bus ci ricordiamo che percorsi un centinaio di metri dall’inizio della salita a Biumo ci dovrebbe essere una fermata e arrivati lì scegliamo di scendere raggiungendo la villa distante non più di 50 metri, il cancello è aperto e l’addetto alla accoglienza ci richiede i nominativi per il controllo sull’elenco predisposto, verificato che avevamo prenotato ci ricorda che dovremo aspettare fino alle all’ora prevista; nel frattempo arrivano 2 persone che hanno avuto rapporti con i padroni della villa chiedo se mi sia consentito di scattare qualche foto, avutane conferma inizio a fotografare la Catalpa (Catalpa bignoides) (03) questa bellissima pianta il cui nome è stato ricavato dal denominazione della tribù di pellerossa presso la quale è stato studiato il primo esemplare di cui i botanici sono venuti a conoscenza, nella foto è presente uno scorcio della costruzione un tempo dedicata ad alloggio del personale di servizio e da rimessa per le carrozze.
Non ho finito di scattare queste fotografie quando esce il gruppo della visita precedente e la guida ed il padrone di casa dopo i saluti ci avviamo lungo li viale che porta alla villa dove incontriamo un bell’esemplare di Faggio (Fagus sylvatica) (04) oramai attaccato dai funghi alla base del tronco, vicino ad esso un Liquidambar (Liquidambar stryraciflua) (05) con le foglie che hanno iniziato il cambiamento di colore, siamo ormai nella parte alta del parco quando ci sorprende la vista di un Nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica) (06,07) una rosacea non comune nei giardini ottocenteschi e del primo 900.
Si arriva così ad ammirare il versante nord del giardino (08) formato da un grande prato contornato da una vegetazione ad alto fusto che consente di intravvedere elementi naturali del paesaggio nascondendo, in parte, le costruzioni che ne costituiscono una sostanziale modifica; ci spostiamo verso il lato est della villa non trascurando l’enorme Tiglio nostrano (Tilia platypyllos) (09) arrivando all’ingresso principale (09)dove si scorgono elementi di quello che poi si affermerà come stile liberty; sempre di fronte all’ingresso notiamo i frutti del Leccio (Quercus ilex) (11) la fagacea sempreverde che ritroviamo in tutti i giardini ottocenteschi quale pianta sempreverde; ovviamente con esposizione a sud il Rododendro (Rhododendron ponticum) (12,13) che come si evidenzia nella foto n° 12 ha già pronti i boccioli che fioriranno nella primavera del 1918.
Arriviamo così alla parte ovest della villa dove il Sig. Aletti ci mostra il balcone (14) con ripari in ferro battuto che sono un ulteriore elemento dello stile indicato, nel frattempo vedo di fotografare le gemme del Faggio pendulo (Fagus sylvatca var. pendula) (15) che fornisce ombreggiatura ai rododendri, ho evitato la fotografia dell’intero albero perché a causa di una sofferenza ha perso un ramo di notevole importanza per l’estetica complessiva. Sulla porta ci attende la compagna del Sig. Aletti che invita tutti ad entrare in villa offrendoci elementi di ristoro e partecipando alla conversazione i colori delle pareti, i lavori in gesso, ritengo possano essere ammirate da tutti e colgo l’occasione per mostrare un angolo del soffitto di quella che è la sala da pranzo (16).
Ringrazio la Giunta comunale e tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo evento, ringrazio vivamente gli ospiti che con la loro cortesia hanno facilitato questi incontri.
Teresio Colombo
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