Bonicalzi, un gallaratese portabandiera italiano alla Maratona di New York
Per la corsa della Grande Mela il podista di Gallarate è stato scelto dagli organizzatori come portabandiera in rappresentanza di tutti gli atleti italiani
Prima a Central Park e, due giorno dopo, lungo i 42 chilometri e 195 della maratona di New York, i Due Galli avranno un ruolo da protagonisti. Merito del gallaratese Bruno Bonicalzi, prenderanno parte alla maratona più importante del pianeta, quella della Grande Mela.
Bonicalzi il giorno della “sfilata” delle bandiere si appunterà sul petto la spilletta con il simbolo della città che il sindaco Andrea Cassani gli ha dato in dono al termine della visita dell’atleta a Palazzo Borghi. Di più, perché l’amministrazione comunale patrocinerà Bruno nella sua impresa, che da mesi lo vede impegnato con il tentativo di entrare Guinness come detentore del primato del “Grande slam della maratona”. E il simbolo del patrocinio sarà l’effige del Comune che il podista di si farà stampare sulla manica della maglia da gara.
«Il tentativo di Bruno – spiega il primo cittadino – mi ha subito entusiasmato. E l’idea che corra in giro per il mondo mettendo in mostra i Due Galli mi piace molto».
E’ Bonicalzi in persona a spiegare nei dettagli la sua impresa, una “folle idea” cresciuta insieme alla irrefrenabile passione per la corsa. Come spesso accade, anche il gallaratese si avvicina tardi al mondo del podismo e il suo obiettivo è da subito quello di prendere parte alla leggendaria maratona di New York. «In meno di un anno – racconta Bonicalzi -ho raggiunto uno stato di forma sufficiente per partecipare alla gara, era il 2009. L’esperienza mi ha esaltato e ho così deciso di tornarci ogni anno, imponendomi di migliorare il mio tempo ogni volta di almeno 30 minuti. Nel 2011 sono riuscito a scendere sotto le tre ore (2oh 53′) e mi sono ripresentato 12 mesi dopo per fare ancora meglio. Ma quell’edizione è stata annullata a causa di un uragano. Ho saltato la corsa anche nel 2013 a causa della nascita della mia prima figlia e nel 2014 sono mi sono nuovamente presentato al nastro di partenza, nonostante l’arrivo della mia seconda bimba: in omaggio alle mie due figlie ho corso con due bambole in braccio senza badare troppo al risultato finale».
Si arriva al 2015, quando Bonicalzi inizia ad avvicinarsi al mondo degli Ironman: «Nel 2016 ho partecipato a due gare e queste esperienze mi hanno gasato a tal punto di decidere di andare oltre, di alzare ulteriormente l’asticella. Ho iniziato così a preparare la maratona che tutti gli anni si disputa al Polo Nord, ovvero l’ultima tappa del Grande slam, vale a dire le sette maratone in sette continenti (vengono considerati anche America del Nord, America del Sud e Antartide). Mi si è accesa la lampadina, sono andato a vedere chi detiene il record (l’americano Alan Nawoj, ndr) e mi sono messo in testa di fare meglio di lui. Nelle sette maratone ho dovuto “solo scendere” sotto il suo tempo complessivo che è di 21 ore, 55 minuti e 2 secondi. Ma siccome mi piace complicarmi la vita, ho voluto fare di più: a differenza di Nawoj, che ha completato il suo Slam in nove anni correndo 23 maratone e selezionando i migliori tempi per ognuna delle gare, io voglio fare tutto in due anni, correndo solo una maratona per continente».
Ad oggi Bruno ha partecipato a tre competizioni: Dubai a gennaio, Milano ad Aprile e Rio de Janeiro a giugno. In questo momento il vantaggio sul “rivale” è di 6 minuti e 4 secondi. «Dopo New York di novembre, nel 2018 sarò a gennaio a Marrakech, a marzo in Antartide e a settembre a Sidney. Probabilmente mi giocherò tutto sul filo dei secondi: seguitemi sulla pagina Facebook “FollowBruno”. Io ci credo e il fatto di correre rappresentando l’Italia (con il tricolore stampato sa una manica) e Gallarate (con i Due Galli dall’altra) sarà una spinta in più verso il raggiungimento del record».
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