Si rinnova la memoria del Carabiniere ucciso a Porto
Da anni la piccola lapide che ricorda il Carabiniere Roberto Ticli, ucciso in un conflitto a fuoco a soli 25 anni, era senza foto. Oggi si è rimediato

Da oggi chi passa da via Mazzini, la strada che porta verso la stazione in direzione di Lavena Ponte Tresa, può nuovamente leggere il ricordo di un episodio che segnò, quasi trent’anni fa, una pagina tragica della storia di Porto Ceresio.
In via Mazzini, proprio davanti al lago, su un pilastro di quella che un tempo era la Caserma dei Carabinieri di Porto Ceresio, e dove oggi risuonano le note dell’Accademia musicale, c’è una piccola lapide. Ricorda la morte del Carabiniere Roberto Ticli, ferito mortalmente in un conflitto a fuoco con un malvivente la notte del 1° ottobre 1990, a soli 25 anni.
Da anni alla lapide mancava la foto, forse rubata o andata persa, non si è mai saputo.
Oggi, con un’iniziativa personale, gli assessori Franco Pozzi e Marco Prestifilippo, hanno provveduto a ridare dignità a quel “segno”. Con l’accordo dei colleghi dell’Amministrazione e della famiglia Ticli, hanno fatto realizzare la fotografia e l’hanno rimessa al suo posto, sul pilastro a pochi metri dal punto esatto in cui Roberto Ticli venne colpito al petto da un colpo di pistola per poi morire poche ore dopo, alla vigilia del suo compleanno.
Un tributo di sangue che Porto Ceresio ha onorato qualche anno fa intitolando al giovane Carabiniere la via dove è stata realizzata la nuova stazione dell’Arma, dimenticando però di ripristinare quel segno di pietà e rispetto in via Mazzini. Oggi si finalmente rimediato a quella disattenzione.
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