Da un albero alla medaglia d’oro: il premio Furia per l’ecologia a Stefano Mancuso

Il primo premio del "Nuovo Corso" consegnato a Stefano Mancuso, ricercatore e divulgatore di scienze: a lui un albero e una medaglia d'oro, per ricordare il prof

Premio Salvatore Furia all'ecologia 2017

È cominciata alle 18.30,  con la cerimonia di piantagione di un albero, la prima edizione del premio Salvatore Furia per l’ecologia, un premio nato nel 1973 proprio per iniziativa del fondatore della cittadella della scienza, per la pria volta – e dopo uno stop di oltre 20 anni – ripreso e a lui dedicato in memoria.

Uno dei tre premi per il vincitore, infatti era un albero dedicato a lui, in un parco varesino: in questo caso un Quercus castaneifolia, una forma di quercia che non ha esemplari in Varese, piantata in un angolo dei giardini estensi e dedicata a Salvatore Furia e al premiato dell’edizione 2017, Stefano Mancuso.  «E da ogni anno poi in occasione del Premio verrà piantato un albero diverso in un parco cittadino» ha sottolineato il vicesindaco Daniele Zanzi.

Poi, alle 21, è arrivata la cerimonia: che ha consegnato al vincitore del premio anche una pergamena, un medaglia d’oro zecchino, e soprattutto tanto affetto per questo premio e attenzione per il primo premiato di questa nuova edizione.

«La considero una della parti più importanti del festival Nature Urbane: doveva essere addirittura l’apertura, come succederà negli anni a venire – spiega il vicesindaco Daniele Zanzi, che ha presentato la manifestazione in sala matrimoni – Ma in questo caso abbiamo dovuto fare un’eccezione, perchè il premiato è tornato da sei ore dalla Cina». A decidere il vincitore della nuova edizione del premio Ecologia è stata una giuria composta dai rappresentanti della società Schiaparelli, dell’università dell’Insubria, dell’Arpa, del Centro di Ispra.

CHI E’ STEFANO MANCUSO

il primo premio all’ecologia è andato a uno scienziato “per la sua passione e capacità nel divulgare la scienza e la biologia”: Stefano Mancuso.

Professore ordinario presso l’Università di Firenze e accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili, Stefano Mancuso dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale con sedi a Firenze, Kitakyushu, Bonn e Parigi.

Avarie

È membro fondatore della International Society for PlantSignaling & Behavior. Nel 2010 è stato il primo scienziato italiano ad essere invitato come speaker in un TED GLOBAL. Il video della conferenza, tenuta ad Oxford è stato visualizzato oltre 1 milione di volte sul sito di TED. Nel 2013 pubblica il pluripremiato best-seller Verde brillante tradotto finora in 21 lingue.  Il «New Yorker» lo ha incluso tra i “world changers”. «La Repubblica» tra i 20 italiani “destinati a cambiarci la vita”.

Mancuso, una volta ricevuto il premio, ha spiegato la sua filosofia: andando ben oltre al suo campo di studi, la biologia, per raccontare una sociologia che comprende, tra gli esseri viventi in grado di interagire, memorizzare soffrire e imparare anche le piante. E tra gli elementi di progresso sociale la rete di internet.

UN PREMIO COMMOVENTE, DEDICATO ALLA MEMORIA DI SALVATORE FURIA

«Furia è stato un visionario, in senso buono: ha creato questo premio nel 1973, un anno in cui nemmeno si sapeva cosa volesse dire. Il premio è stato sospeso nel 1992, e adesso lo ripristiniamo – spiega Zanzi, che fu allievo di Furia – Furia era soprattutto un divulgatore delle scienze: l suo concetto di scienza popolare è rivoluzionario».

«Siamo molto felici che l’amministrazione abbia voluto ripristinare questo premio a cui Salvatore Furia, il nostro fondatore, era tanto legato – ha aggiunto Vanni Belli, presidente della società Schiaparelli – Sarà un modo per mantenere sempre vivo il suo ricordo ma soprattutto portare avanti in modo concreto le idee di una persona così importante per Varese che ha fatto così tanto per la città, grande uomo, educatore e divulgatore ancora oggi vivo nei cuori di molte persone». Durante la serata, è stato proiettato anche un cortometraggio, che raccoglie le ultime parole e i tanti ricordi del prof.

«Ovviamente non l’ho mai conosciuto, ma i ricordi che mi trasmettete mi fanno capire che con lui avre avuto mote cose in comune – ha commentato il premiato Mancuso – innanzitutto, proveniamo entrambi dalla Sicilia. Poi, facciamo tuto con passione. Infine, amiamo far conoscre la scienza a iù persone possibile. Sono ancora piu onorato, ora che so a chi è dedicato, di avere ricevuto un premio in sua memoria».

UN BOSCO “POPOLARE” E I CANTI DEGLI ALPINI: L’ULTIMO REGALO PER FURIA

All’inizio e alla fine della serata, un regalo gradito al prof: i canti del coro degli alpini di Varese, che lui tanto amava, sono risuonati nel salone Estense.

Poi, prima di uscire, un ultimo pensiero: un bosco di faggi in memoria del professore. Ogni partecipante infatti ha ricevuto una piantina di faggio: da piantare nel giardino, da mettere in un bosco, o, se non si ha un luogo dove metterlo, da riporatre all’assessorato: perchè si possa creare “il bosco di faggi del professore «Così tra 30 anni avremo il bosco di Furia, che darà 3 milioni di kg di ossigeno» ha commentato Zanzi.

Premio Salvatore Furia all'ecologia 2017

 

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Stefania Radman
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Pubblicato il 03 Ottobre 2017
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