D.D. ragazza inquieta, si è allontanata da casa ancora
Ha lasciato nuovamente l'ultimo domicilio conosciuto la giovane che secondo il fidanzato era stata rapita dagli spacciatori. Ma lei ha escluso il rapimento
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Non è più rintracciabile nella casa di Busto Arsizio, dove viveva con il fidanzato, D.D., 20 anni, la ragazza che i carabinieri hanno cercato per tre giorni, temendo un rapimento avvenuto nel bosco della droga di Marnate, dopo che l’uomo aveva raccontato di averla vista sparire sabato notte. In realtà, come hanno accertato gli inquirenti, l’uomo aveva assunto droga e spazientito dal fatto che la ragazza non tornava indietro si era messo a urlare nel bosco, causando la ritorsione dei pusher che gli hanno bruciato l’auto.
I carabinieri, dopo averla riportata a casa martedì mattina, hanno appreso che la giovane è nuovamente andata via dall’appartamento del convivente, probabilmente per un litigio: ma questa volta si tratta di una normale dinamica tra persone; sono fatti privati, diciamo, e nulla c’entrano con tutto ciò che è accaduto nello scorso week end.
Il particolare è però indicativo di un contesto di rapporti instabili (e imprevendibili) tra le persone protagoniste della vicenda, e per giunta dove è frequente l’uso di sostanze stupefacenti.
La Procura di Busto Arsizio sta ancora svolgendo accertamenti sui due uomini indagati per sequestro di persona che si trovavano con lei, ma le sue parole sono state molto chiare: “Sono andata via con loro volontariamente”.
I carabinieri e i pm si sono trovati di fronte a tante persone, frequentatori del bosco di Marnate, con forte disagio e con legami poco strutturati. La ragazza già altre volte aveva fatto perdere le proprie tracce alle persone con cui si era legata sentimentalmente. In un caso addirittura era fuggita da una comunità dove era stata accolta per i suoi problemi familiari ed era stata trovata dopo quattro mesi, nascosta dentro una cassapanca per sfuggire alle forze dell’ordine che dovevano rintracciarla. La giovane soggiorna spesso da amici, non ha un punto di riferimento fisso e ai magistrati, martedì notte, ha detto che non voleva tornare a casa dalla madre.
Gli inquirenti hanno trovato altrettante difficoltà ad interrogare Dafne, dopo averla fermata lunedì sera, alle 20 e 34, all’autogrill di Castronno, dove si trovava insieme ai due amici, un italiano e un marocchino, all’interno di una Citroen C5 grigia. Risposte non sempre logiche, e poi una crisi di pianto.
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