Festa del laureato in medicina all’Insubria
Una cerimonia tra tradizione e nuovi laureati, quella che si è svolta domenica mattina, 15 ottobre nell'aula magna dell'Università dell'Insubria
Si è svolta questa mattina nell’Aula Magna dell’Insubria la “Festa del laureato in Medicina e Chirurgia”, organizzata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Varese e dall’Università degli Studi dell’Insubria in occasione della Giornata del Medico. Un momento tradizionale che segna un passaggio di testimone tra medici di lunga esperienza, con 50 anni di laurea, e i giovani neolaureati in Medicina.
L’evento è iniziato con due brani proposti dal Coro dell’Università dell’Insubria, quindi è stato il momento degli interventi ufficiali. Ha preso la parola il presidente della Scuola di Medicina dell’Insubria, il professor Giulio Carcano, che è passato in rassegna a diverse figure di medici che hanno raggiunto notorietà e fama anche frequentando altri terreni di azione. Da Arthur Conan Doyle a Stevenson, da Cechov a “Che” Guevara, fino ai contemporanei Andrea Vitali, Enzo Jannacci, Gillo Dorfles, una lunga galleria di storie. Carcano ha terminato citando Galeno, che sosteneva la necessità di essere medico e filosofo, dunque il migliore dei medici.
È dunque intervenuto il dottor Roberto Stella, presidente dell’Ordine dei Medici di Varese, che ha ripreso la frase di Steve Jobs rivolta ai giovani: siate folli, siate affamati. “L’invito è ad una fame fatta di curiosità, crescita, voglia di cambiare il mondo”, ha detto Stella. Quanto alla follia, il riferimento va alla “componente creativa, legata all’istinto”. Follia significa anche “uscire dai dogmi, essere liberi nel pensiero”. Tuttavia, ha proseguito il presidente Stella, quando parliamo di follia occorre non abbandonare mai una dose di prudenza, buon senso, saggezza. Tutto questo è importante per la professione medica, che deve anche tenere presente la tecnologia, entrata in campo con grande forza. “La tecnologia è neutra, va governata – ha concluso Stella – tenendo d’occhio la persona, la deontologia, i percorsi di cura”.
È seguito l’intervento del dottor Romano Oldrini, medico premiato per i 50 anni di laurea, che ha affrontato una relazione dal titolo “Oltre il giardino (della medicina)”. “Aprite le finestre – è stato l’invito di Oldrini ai neolaureati -, non tenete il camice bianco sette giorni su sette per tutto l’anno”. Oldrini, che si è definito “medico di famiglia, ex ospedaliero”, ha consigliato di accompagnare la vita professionale con momenti di riflessione e cultura, frequentando l’arte, la musica e la lettura.
La giovane vincitrice del Premio Giovanni Ragnotti ha dato lettura pubblica del Giuramento di Ippocrate. Si trattava di Lisa Francesca Vivian, di Ispra, classe 1991. La cerimonia si è chiusa con la consegna della Pergamena ai Neolaureati e della Medaglia ai Medici con cinquant’anni di Laurea, e con il Coro dell’Insubria che ha intonato il Gaudeamus Igitur. Successivamente i parteciopanti alla cerimonia si sono recati al Tempio votivo dei Medici d’Italia a Duno dove è stata celebrata la Santa Messa.
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