Giacometto Macchi e l’epico scontro sui cieli di Tolmino

Una mostra ricostruisce la figura dell'aviatore gallaratese

bombardamenti Caproni Volandia

A distanza di cento anni dall’epico duello sulla valle dell’Isonzo, una mostra ricorda Giacometto Macchi, aviatore gallaratese, pluridecorato, “asso degli osservatori”.

La mostra è proposta dal Centro Culturale Tommaso Moro. L’appuntamento per l’inaugurazione è per sabato 21 ottobre, alle 17.00, in Vicolo del Prestino 2.

Giacometto Macchi, nasce a Gallarate l’11 luglio 1886. Le sue spiccata sensibilità e vivacità intellettuale lo avvicinano, fin da giovanissimo, al movimento dei futuristi. Conosce e frequenta personaggi del calibro di Marinetti, Sant’Elia, Soffici, Boccioni, Carrà e Keller. Rapporto particolare insatura poi, a partire dal 1918,  con il suo comandante, Gabriele D’Annunzio, che lo vuole fortemente nella sua squadriglia aerea. Giacometto si era infatti distinto negli anni precedenti in grandi imprese. Arruolatosi prima come volontario bersagliere, chiede poi di passare al Corpo Aeronautico Militare e viene assegnato alla “25a Squadriglia Bombardieri” come Ufficiale “Osservatore d’aeroplano”. 94 ricognizioni, 30 bombardamenti, e 1352 fotografie del nemico, lo rendono presto famoso. Dei voli su Trieste si ricordano solo quelli di D’Annunzio, ma anche il nostro è protagonista, con il sergente Buffa di un’impresa epica: il primo volo notturno italiano su Trieste, compiuto il 1 novembre 1916 e ricordato per il gesto del saluto dal cielo alla città irredenta, con tre lampade – verde, bianca e rossa – effettuato sotto il tiro dell’antiaerea.

Nei giorni di Caporetto – e quindi proprio 100 anni fa – Giacometto Macchi ingaggia nei cieli di Tolmino, oggi cittadina Slovena, un epico combattimento con 4 ricognitori austriaci; pur ferito in più parti del corpo si spinge sull’ala dell’aereo per riparare i cavi del timone. Per questa azione viene decorato con la medaglia d’argento dal Duca d’Aosta.

A guerra terminata viene insignito della “Military Cross” inglese, della “Croix de Guère avec palme” francese, della “Croix militare” belga, divenendo inoltre “Cav. Uff. dei SS Maurizio e Lazzaro e della Corona d’Italia”. Nel dopoguerra è tra i membri della commissione interalleata, è tra i firmatari della fondazione dei Fasci di Combattimento di Milano, insieme a Mussolini, nel 1919. Nel 1939 torna in aviazione, richiamato come comandante del Deposito di Gallarate della Regia Aeronautica, nel frattempo costituita come arma autonoma. Muore a Gallarate il 16 novembre 1976.

La mostra su Giacometto Macchi è il primo di una serie di appuntamenti proposti dal Centro Culturale Tommaso Moro: il successivo è la conferenza del 27 ottobre (Aula magna dell’Istituto Sacro Cuore) dello storico dell’età contemporanea Andrea Caspani, che parlerà della Prima Guerra Mondiale come prima “guerra totale” (in cui proprio l’aviazione ebbe un particolare ruolo).

DAL 21 OTTOBRE AL 19 NOVENBRE 2017 – Ingresso libero
VICOLO DEL PRESTINO, 2 – Gallarate (sala interna, piano cortile)
ORARI APERTURA:
Tutti i giorni: dalle 17.00 alle 19.00
Domenica e festivi: dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.00
Info e prenotazioni per viste scolastiche: 0331 797833 (ore pasti) – cctmg@libero.it

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 20 Ottobre 2017
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