Sviluppo di Malpensa e territorio, i sindaci presentano cinque richieste a Sea

Dal lavoro alla mobilità, dalle risorse agli scenari strategici: un documento unitario firmato da tutti i Comuni

Malpensa Generiche

I Comuni dell’area di Malpensa fanno quadrato e presentano le loro proposte a Sea, il gestore dell’aeroporto. Con un documento unitario, sottoscritto da tutti i sindaci, per chiedere un confronto aperto, strumenti chiari, certezza di risorse. «I sindaci sono sempre contro? No, per questo oggi scopriamo le nostre carte. Ora ci aspettiamo anche che Sea tiri fuori le sue, in termini di risorse ma anche di suo peso politico» dice Dimitri Cassani, sindaco di Casorate Sempione e presidente di turno del Cuv, il Consorzio volontario tra i nove Comuni che più direttamente sono interessati dall’aeroporto (perché cedono quote di territorio o perché più esposti al rumore).

Bocciato e ritirato il vecchio masterplan del 2010, il percorso verso il nuovo masterplan di sviluppo di Malpensa sembra ormai arrivato ad un punto di definizione. E i Comuni provano appunto un approccio diverso da quelli precedente, più unitario rispetto alla stagione in cui i municipi si dividevano tra entusiasti dell’aeroporto, dubbiosi e critici. «Uno sviluppo sostenibile è una chimera, ma bisogna fare in modo che sviluppo e sostenibilità siano il più possibile convergenti» dice ancora Dimitri Cassani. I sindaci riconoscono al presidente di Sea Modiano «l’onesta di essersi sempre presentato come presidente di un’azienda che deve fare profitti» e partono dalla consapevolezza che ci sono interessi chiaramente diversi. E il documento indica cinque «macrotemi» su cui intavolare il confronto.

Punto primo: discutere apertamente di «numeri, obbiettivi e tempi» dello sviluppo dello scalo, «ci deve essere un confronto a partire da questo punto, non può essere un orizzonte che viene presentato come un dato di fatto», spiega Stefano Bellaria, primo cittadino di Somma Lombardo, co-firmatario insieme a Cassani, Claudio Montagnoli (Arsago), Claudio Ventimiglia (Golasecca), Leonardo Tarantino (Samarate), Angelo Bellora (Cardano al Campo), Romano Miotti (Vizzola), Filippo Gesualdi (Ferno; si aggiunge poi anche il commissario prefettizio di Lonate Pozzolo).
Secondo punto: la definizione di meccanismi certi per valutare e limitare «l’inquinamento acustico, tenuto conto anche del frequente, mancato rispetto degli accordi del passato», anche rispetto ad aspetti tecnici specifici, come ratei di salita e punto d’ingresso nelle rotte.

C’è poi il tema della «viabilità e mobilità»: è forse l’aspetto più immediato dell’impatto indiretto dell’aeroporto sul territorio, tra infrastrutture invasive e traffico stradale onnipresente. «Ogni comune segnalerà a Sea le sue strade che presentano maggiore criticità, attuali e potenziali nel futuro». I sindaci chiedono a Sea un «impegno per mobilità dolce» (ciclopedonali) e per il trasporto pubblico, «a partire anche solo dalle fermate del Malpensa Express e degli autobus». In questo senso i sindaci chiedono a Sea intervenga direttamente (risorse, impegno progettuale) o anche «facendo valere il suo peso politico» su soggetti come Anas o i gestori delle ferrovie. Capitolo particolare, la dibattuta nuova ferrovia Terminal 2-Gallarate, su cui i nove Comuni chiedono di «avere certezza del rapporto costo/benefici prima di intraprendere l’eventuale realizzazione».

C’è poi il fronte del lavoro, su cui i sindaci richiamano un dato: su 15mila persone impegnate in aeroporto «solo il 18,2 risiede nei Comuni del Cuv, meno di 3mila persone». I sindaci non chiedono quote, ma vogliono «rendere trasparente» la filiera, con una partnership che coinvolga i Cfp nella formazione dei lavoratori, «elevando anche professionalità e qualità del lavoro». Secondo punto: superare il «dedalo di contratti», che va dai vecchi contratti Sea fino ai soci-lavoratori delle cooperative che non hanno ferie o malattia. E su questo una delle strade potrebbe essere «stipula di un contratto di sito sul modello di quello di Expo 2015» (che aveva stabilito regole minime comuni).

Infine, il tema centrale delle risorse e della rappresentanza. Un rappresentante in cda? È una ipotesi, in alternativa i sindaci ipotizzano «un Comitato Controllo Analogo, attraverso cui passi un confronto preventivo su scelte strategiche, prima che i soci deliberino». Quanto alle risorse, per i sindaci non possono essere sostitutive del rispetto degli altri punti, ma anche su questo viene chiesta «certezza». Come? «La proposta è che Sea destini almeno il 5% degli utili di esercizio per opere e/o interventi compensativi» da usare sul territorio.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 16 Ottobre 2017
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