Una mattinata nel parco di Villa Mylius
Il nostro botanico e fotografo ha visitato uno dei parchi cittadini

Domenica 15 ottobre con mia moglie scegliamo di trascorrere la mattinata nei giardini di villa Panza ma accortisi di aver dimenticato entrambi gli abbonamenti a casa abbiamo deciso di andare al parco di villa Mylius che essendo il più vicino alla nostra casa è una meta frequente delle nostre uscite nel periodo di minor durata dell’insolazione; questa volta scegliamo l’ingresso dalla via Fiume per accedere al parco.
Appena varcata la soglia ci ritroviamo un esemplare di Platano di Spagna (Platanus x hispanica) (01) che è l’ibrido più utilizzato nei parchi e sulle strade perché è resistente all’inquinamento atmosferico, può avere una vita abbastanza longeva potendo arrivare, come suggeriscono alcuni botanici ad oltre 400 anni di vita, sono facilmente assoggettabili a potature annuali tali da garantire le esigenze del committente, sono alberi adattabili ad ogni tipo di terreno, in tempi abbastanza recenti è stato oggetto di attacchi da un insetto che può causarne la morte. Giriamo per il sentiero sulla destra e, fatti pochi passi, vediamo un gruppo di tre Tuia gigante (Thuja plicata)(02,03) la pianta della famiglia dei cipressi, importata in Europa nella seconda metà dell’800 il da allora è stata piantata nella maggior parte dei parchi per le qualità soprattutto ornamentali e per sopportare bene le potature purtroppo non si ha la sensazione di un utilizzo industriale del legno che invece nei paesi d’origine è stato ampio per la sua impermeabilità; qualche passo più avanti e incontriamo un bel esemplare di Abete rosso (Abies picea) (04,05) si tratta di una pinacea comune nei nostri giardini sia perché trattasi di una pianta sempreverde sia perché sovente dopo l’utilizzo del giovane picea quale albero di Natale veniva trapiantato in giardino, in questo specie di albero sono abbastanza chiari gli elementi che ne facilitano il riconoscimento come la struttura a cono, gli aghi a forma cilindrica privi di fessure e relativa resina di chiusura disposti tutt’attorno al ramo, le pigne lunghe una decina di centimetri sempre girate verso il basso ma la pianta è nota per il legname che fornisce particolarmente elastico e resistente, addirittura col legno di esemplari di almeno 300 anni si costruiscono strumenti musicali, dalla pianta si può ricavare la resina; ancora qualche passo e incontriamo un cespuglio di un’altra aghifoglia che pur essendo stata importata in Europa dalla seconda metà del settecento non risulta particolarmente diffusa si tratta di una Tsuga del Canada (Tsuga canadensis) (06,07) non si conoscono usi diversi rispetto a quelli ornamentali gli aghi in autunno assumono colore giallo brunastro per riprender l colorazione verde a primavera.
Ritorniamo verso la strada principale dove ritroveremo la grande Quercia comune (Quercus robur) (08,09) la pianta dal legname molto compatto e resistente che in tempi remoti era fra le piante più comuni nella pianura Padana ed oggi sempre più rara; visto che siamo vicini al Faggio comune (Fagus sylvatica) varietà pendula (10) faggio pendulo che è recintato con anche cartelli che indicano il divieto di passaggio, incuriositi lo raggiungiamo dal prato e ci rendiamo conto del danno subito per la perdita di rami nel la sud-est che ne pregiudica le caratteristiche lasciando in pieno sole il tronco anch’esso assalito dai funghi, purtroppo penso sia l’ultima volta che mi capita l’occasione di fotografare questo che per molti anni è stato considerato alla stregua di un monumento; dopo aver scattatole foto del faggio mia moglie propone di abbandonare la parte bassa del parco, suggerisco i sentieri scalinati a metà parco la moglie mi precede mi fermo alla quercia da sughero per vedere se c’è qualche cambiamento che possa giustificare una foto ma non ne trovo mia moglie nel frattempo mi segnala che alcune Camelie (Camelia japonica) (11) hanno maturati i frutti ne fotografo uno completamente aperto che mette in evidenza la bacca legnosa contenente i semi di questa teacea; nel frattempo mia moglie ha sentito il profumo dei un Osmanto (Osmanthus fragrans) (12) appena fiorito si tratta di una varietà a foglie spinose simili all’agrifoglio con bordo bianco giallastro si tratta di una varietà fra le meo diffuse di Osmanto da noi detto “olea fragrans”.
Arriviamo così davanti alla villa dove si possono ammirare ancora alcune rose fiorite e delle aiuole che presentano alcuni fiori comuni nei nostri orti a dire il vero siamo entrambi alla ricerca di una panca libera, al sole per goderci in tutta tranquillità il fascino di questo luogo, io cerco la panchina sul lato sud della villa, la moglie vede una panca nello stesso lato ai piedi del rialzo collinare e si affretta a raggiungerla mentre scorgo un filare di Yucca (13) pianta che raramente si trova nei nostri giardini poiché l’impollinazione è dovuta ad una farfalla che vive nei luoghi d’origine di questa euforbia e quindi da noi, mancando l’impollinazione non sarà possibile vederne i frutti.
Vado a sedermi con mia moglie, anche se su una panchina altre volte non apprezzata perché è fissa, passato qualche istante riprendo questa foto che per mettere in luce i diversi verdi di questo paesaggio di natura sistemata dall’uomo in funzione del benessere che ne può ritrarre (14), scattata la foto ci avviamo per il vialetto in acciottolato bellissimo realizzato con sassi bianchi e neri e parzialmente scalinato, ma alle Magnolia (Magnolia grandiflora) (15) con ancora le pannocchie di semi rossi attaccate alla fine del sentiero ci aspetta la grande quercia nel recinto di una piscina in condizioni indecorose perché da anni oggetto di vandalismi, appena fuori dalla piscina un filare di Lagerstroemie (16) già in abito autunnale; a questo punto decidiamo di scendere dalla collina che poi dovremo risalire pe tronare a casa mia moglie mi segnala che vicino ad un tronco tagliato a ca. 30 cm da terra si è formato un giardino con le piante più diverse e diverse qualità di funghi le ricordo che sono almeno 4 anni che periodicamente porgo attenzione a quel tronco e alla vegetazione limitrofa intanto rivolgo la mia attenzione alla Criptomeria del Giappone (Cryptomeria japonica) (17,18) che come la tsuga i rami assumono la colorazione bruna in autunno per riprendere la colorazione verde a primavera.
Teresio Colombo
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