Davide Ferrari è il nuovo segretario del Pd gallaratese

Politica varia

Nuova guida per il Pd di Gallarate: al termine del percorso di congresso, domenica 5 novembre è stato eletto segretario cittadino Davide Ferrari. 34 anni, è sostenitore Pd dal 2008, iscritto dal 2010. Architetto e assistente alla didattica al Politecnico di Milano, viene dall’area cattolica ed è stato già negli ultimi anni nel gruppo più attivo della sezione cittadina.

Il neosegretario riparte dalla convinzione che il partito sia ancora oggi «uno strumento per incidere sulla realtà, per costruire nella propria Città, Regione, Paese le opportunità per tutti di trovare la propria realizzazione, come singolo e come comunità». Anche se – riconosce – l’attuale Pd è «un po’ male in arnese, logorato da 5 anni di governo», incapace di farsi riconoscere «i meriti di quanto di buono è stato fatto» e invece ricordato più «per gli errori e i passi falsi», tra cui il naufragio delle riforme culminato con il referendum di dicmebre.

Primo fronte d’impegno: ricostruire una comunanza dentro al partito. «Molti – riconosce Ferrari – sono respinti (e magari non hanno rinnovato la tessera proprio per questo motivo) dalla attuale dirigenza del Partito, da alcune delle sue scelte e dalle modalità di rapporto con le minoranze interne: io penso che il malessere che molti amici, molti compagni hanno espresso e stanno esprimendo in questi giorni vada ascoltato e capito; credo sia necessario, e mi impegnerò in questo senso, ricostruire un senso di comunità attorno ad un progetto che molti di noi ritengono centrale nello scenario politico italiano e locale, veicolo di memoria ma anche motore di futuro. Ed è importante che chi si considera oggi in minoranza resti nel perimetro del PD, faccia le sue battaglie, si scopra competitivo e punti a diventare maggioranza al prossimo congresso. Anche a livello locale».

Nell’intervento ha richiamato la centralità delle parole servizio («ai giovani e alle generazioni che verranno, cui stiamo sottraendo risorse e futuro») e democrazia, oggi «minacciata». «Dobbiamo coltivare l’idea che ogni essere umano deve avere un uguale potere di governare sé stesso e la comunità a cui appartiene».

«I segni dei grandi mutamenti della storia – ha continuato nel suo intervento –  li possiamo osservare ogni giorno anche nel quotidiano, qui, a Gallarate: alcuni sono fra gli argomenti più dibattuti della politica locale, spesso agitati come clave in una sorta di campagna elettorale permanente (pensiamo alle questioni relative alla presenza di persone di fede islamica, ai richiedenti asilo e ai rifugiati); altri, come il cambiamento climatico, non sono immediatamente ricondotti ai loro effetti visibili ma generano intense risposte emotive (pensiamo all’incendio che ha recentemente devastato il Campo dei Fiori: avete mai pensato che una cosa del genere potesse toccare al nostro territorio?) e comunque dovranno essere in futuro affrontati, pensiamo al problema della siccità, conseguenza dei cambiamenti climatici, che quest’estate ci ha sfiorati e che potrebbe creare in pochi anni non pochi problemi».

«Molti dei fenomeni che vediamo diffondersi in Occidente non raccontano forse di paure da esorcizzare con muri – muri fisici e simbolici? Del miraggio di potersi salvare da soli, specie se ci si sente dalla parte dei più forti? Dell’illusione di poter conservare le vestigia di un’identità forse già smarrita? E non vediamo le stesse cose, oggi, a Gallarate?». Contro questo scenario, occorre «suscitare speranze per bonificare i terreni su cui prosperano gli imprenditori della paura, spezzando la perversa logica che vede oggi i penultimi in guerra con gli ultimi». Contro «i costruttori di muri a rendere fragile la nostra società, i corrotti e i corruttori, chi abusa della propria posizione per egoismo e mero tornaconto personale, o anche solo per calcolo elettorale, le mafie che sono ormai penetrate in profondità nel nostro tessuto sociale».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Novembre 2017
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