Libri universitari fotocopiati, nei guai due copisterie

Gli esercenti, accusati di vendere intere opere senza pagare i diritti d'autore, rischiano fino a tre anni di carcere

copisteria

I militari della Guardia di Finanza di Varese hanno concluso un’attività contro il fenomeno della duplicazione abusiva di opere tutelate dal diritto d’autore (reprografia).

L’operazione, svolta nei confronti di copisterie varesine, ha portato al sequestro di due fotocopiatrici, due computer e 480 file contenenti le scansioni integrali di numerosi volumi universitari di medicina, economia e diritto, pronte per essere stampate e rivendute a fronte di un corrispettivo inferiore al costo del libro, permettendo così, ai rispettivi titolari, di conseguire illeciti introiti.

Nel corso dei servizi svolti, negli scaffali delle copisterie ispezionate, sono stati rinvenuti anche alcuni “blocchi” di fotocopie di opere scientifiche già rilegate e destinate alla vendita, una decina di testi in procinto di essere fotocopiati, con il cellulare del cliente da contattare a lavoro ultimato.

Sia i file scansionati che le stampe riportavano le diciture “vietata riproduzione”, “riproduzione non ammessa ai sensi di legge”.
E’ bene ricordare, infatti, che la legge consente la riproduzione di opere dell’ingegno pubblicate per la stampa, esclusivamente “per uso personale” del cliente, previo pagamento di un compenso forfettario che ciascun punto di riproduzione deve corrispondere alla S.I.A.E.

In ogni caso, è vietato fotocopiare l’intero volume, ma solo una parte, il cui limite massimo è fissato al 15 per cento. Al contrario, all’interno delle copisterie controllate, i libri venivano fotocopiati integralmente e le copie vendute ad un prezzo inferiore a quello del testo, generando in tal modo un danno agli autori.

In un caso, addirittura, in uno degli esercizi commerciali controllati, durante l’intervento delle Fiamme Gialle, continuavano a sopraggiungere ignari studenti con libri al seguito, chiedendo di poterli fotocopiare.

I due titolari dei negozi controllati sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria di Varese per detenzione ai fini di lucro e riproduzione abusiva di opere letterarie, in violazione dell’articolo 171-ter della legge nr. 633/1941 sul diritto d’autore, che prevede una pena da sei mesi a tre anni di reclusione, oltre al pagamento di una ammenda fino all’ammontare di 15.493 euro, cui si somma un’ulteriore sanzione che sarà proporzionata al valore commerciale delle opere copiate.

L’attività svolta dai militari della Guardia di Finanza di Varese rientra in una più ampia azione di contrasto ad ogni forma di illegalità economico-finanziaria e finalizzata alla tutela dei marchi, dei brevetti e dei diritti d’autore in genere.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Novembre 2017
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Cesare Fois

    “La legge non ammette ignoranza”: è ineccepibile.Tuttavia,sono molto scettico sul fatto che l’operazione sia stata condotta di propria sponte dalla GdF; inoltre,diciamola tutta,è un segreto di Pulcinella che venga offerto questo servizio. Ma invece di limitarsi al bastonare costoro, ci si dovrebbe interrogare sul perché ci sia questo fenomeno.Da studente universitario mi faccio portavoce di un problema non nuovo: i libri,spesso,hanno un costo eccessivo a fronte di situazioni economiche precarie

    1. Duilio
      Scritto da Duilio

      @Cesare: rispondo alla tua ultima parte: uno Stato equo e lungimirante dovrebbe farsi carico di tutte le spese sostenute dallo studente e non solo quelle dei (costosissimi) libri, magari con un sistema di “debiti e crediti”, dove lo studente meritevole pagherà in percentuale meno rispetto a coloro che sono iscritti “per sport”. Alla conclusione del ciclo di studi, quando lo studente avrà la possibilità di affacciarsi al mondo del lavoro, potrà incominciare a saldare il suo debito allo Stato.

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