Prm, l’azienda dei robot vola a Bruxelles per raccontare l’Industria 4.0
Ha sede a Morazzone, è stata fondata da un uomo illuminato - Franco Pierini - oggi è guidata dai figli Mauro e Barbara e, sin dal 1998, ha fatto una scelta chiamata robotica. Oggi i bracci sono cinque, uno è in arrivo e l'8 novembre sarà al Parlamento Europeo per raccontare una storia fatta di volontà, innovazione e capacità di integrare tecnologia e occupazione
Franco Pierini, il papà, era l’uomo delle novità. Sempre un passo avanti agli altri. Ma nel 1998, quando i figli Barbara e Mauro decisero di entrare in azienda, un po’ le novità lo hanno spaventato. Di fronte alla volontà dei due giovani di acquistare il primo braccio robotico della storia della P.R.M. di Morazzone, azienda specializzata nella produzione di raccordi per impianti petrolchimici (il termine tecnico è “swages”) in acciaio di carbonio, acciai legati e acciaio inox, i timori hanno rischiato di superare la curiosità.
«È stato difficile per tutti – racconta Mauro Pierini, 41 anni – e ci sono voluti mesi per affinare la scelta. I fornitori ci proponevano macchine meravigliose, e l’una sembrava essere sempre meglio dell’altra. Poi le domande: sto facendo la cosa giusta? Questo investimento non sarà un po’ troppo? Funzionerà? I clienti capiranno? Insomma, non ci dormivamo la notte. Poi è venuto il momento, ci siamo buttati e abbiamo fatto bene».
FOTOVOLTAICO E CERTIFICAZIONI
Da allora la storia della P.R.M., anche officina di produzione di energia (nel 2010 sul tetto dell’azienda sono stati installati 300 pannelli fotovoltaici) e certificata ISO 9000, ha preso un’altra piega.
A tal punto che mercoledì 8 novembre, nella sede di Bruxelles del Parlamento europeo, questa azienda sarà la testimonial – per la provincia di Varese – al seminario “Trasferire la robotica nel mondo delle Pmi”. Si legge sulla brochure dell’evento: «Se da un lato è già evidente che le tecnologie si stanno imponendo come partner fondamentale del lavoro umano negli ambienti ad alta espressività tecnologica dall’altro, nel mondo delle micro, piccole e medie imprese, tutto questo non è evidente».
E allora l’esperienza di chi ce l’ha fatta – la P.R.M. sarà presente anche al seminario teorico-pratico su Industria 4.0 organizzato da Confartigianato Imprese Varese, a Gallarate, martedì 14 novembre a partire dalle ore 9 (ISCRIZIONI QUI) – diventa uno stimolo eccezionale per chi ci vuole provare.
IL ROBOT NON HA SOSTITUITO L’UOMO
Oggi di bracci robotici collegati ai torni (isole di lavoro) la P.R.M. ne ha cinque. Catalogati sotto la voce “Industria 4.0”, uno Made in Italy e gli altri di fattura giapponese, tutti adatti a risolvere la mancanza di manodopera specializzata che quest’azienda cerca ma non trova. «Il nostro problema è sempre stato quello – interviene Barbara – perché ci servono skills professionali di un certo livello. I robot, però, non hanno sostituito i nostri collaboratori. Anzi, in azienda l’occupazione ha registrato anche un lieve incremento».
L’AUMENTO DI PRODUZIONE E FATTURATO
Negli ultimi dieci, quindici anni il fatturato della P.R.M. è aumentato del 15% e la produzione del 30%. Ma non è solo questo a rendere orgogliosi i due fratelli: «I clienti affezionati – conclude Mauro – vengono a trovarci perché sono curiosi di vedere i robot in azione, mentre quelli nuovi ci hanno contattati perché offriamo un servizio più competitivo: abbiamo aumentato il volume di pezzi stoccati a magazzino, quindi quello che serve si trova subito e subito viene spedito. Poi siamo più veloci perché con la robotica abbiamo ridotto i tempi di lavorazione, i prodotti sono ancora più curati, è più semplice tenere sotto controllo le commesse. Anche il rapporto con i fornitori e gli istituti di credito è cambiato: siamo cresciuti, non in dimensione ma in prestazioni e qualità, e questo piace».
FAR DIALOGARE L’UOMO E LE MACCHINE
Insomma, i sacrifici degli inizi hanno portato a risultati forse inaspettati. Anche perché prima che le macchine imparino a comunicare fra loro, è l’uomo a dover dialogare con le macchine. «Sembra facile – interviene ancora Mauro – e invece ci ho impiegato tutto il mio tempo libero. In quel 1998 avevo poco più di vent’anni, nessuna preparazione informatica ma tanta voglia di uscire dalla piccola realtà di provincia. Su quei bracci – che si muovono su sei assi con la fluidità di un polso umano – mi sono anche disperato, perché li programmavo in un modo e loro facevano tutt’altro. Momenti di crisi ne ho vissuti parecchi, ma ne è valsa la pena».
IL NUOVO ACQUISTO CON IL SUPERAMMORTAMENTO E IL REVAMPING
Ora alla P.R.M. è tutto pronto per sostituire un robot con un altro, e anche questa volta si sfrutterà l’agevolazione fiscale del superammortamento: «Lo abbiamo fatto per il macchinario acquistato nel giugno 2017, e lo faremo anche per questo: è uno strumento vantaggioso. Ma qui, attraverso specifici procedimenti affidati ad aziende esterne specializzate, abbiamo anche dato nuova vita alle macchine vecchie. Che ora lavorano con un braccio robotico grazie all’inserimento di hardware e software. Il nostro sogno 4.0? Mettere in rete fra loro tutti i macchinari e controllarli in remoto. Magari dal Pc dell’ufficio».
RIDURRE SCARTI E SPRECHI
Un passo sul quale i due giovani rifletteranno senza perdere troppo tempo. D’altronde già in quel 1998, per la P.R.M. il cambiamento fu inevitabile: «Lavorare sui torni paralleli stava diventando dispendioso e anche poco gratificante per i nostri dipendenti – ricorda Barbara. Gli scarti erano troppi, troppe le ore di lavoro, il prodotto finito non sempre ci soddisfaceva in termini di precisione e qualità, alcune mansioni stavano diventando troppo ripetitive. Così ci siamo chiesti: che futuro vogliamo dare a questa impresa?». La risposta che si sono dati Barbara e Mauro, ha già convinto anche Bruxelles.
Per approfondire le tematiche di Industria 4.0, oltre al seminario tecnico-pratico gratuito in programma mercoledì 14 novembre, ricordiamo l’appuntamento con il XXII Congresso delle Materie Plastiche in programma il 23 novembre 2017 a Ville Ponti (ISCRIZIONI APERTE).
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