Erica D’Adda: “Scriverò un libro per raccontare una legislatura in chiaroscuro”

La senatrice bustocca racconta la sua esperienza parlamentare nella legislatura che si è appena conclusa e annuncia un libro: "Fatti passi avanti nei diritti civili ma i giovani sono delusi"

erica d'adda

I 5 anni in Senato per Erica D’Adda, eletta con il Partito Democratico, sono stati molto intensi. La senatrice bustocca traccia un bilancio della sua esperienza parlamentare. Qui trovate uno sguardo d’insieme sulla sua attività.

«È stata una legislatura importante e movimentata. Sono state approvate tante riforme importanti ma sono stati fatti anche alcuni passaggi a vuoto. Ciò che mi ha colpito maggiormente in negativo è lo sfilacciamento tra istituzioni e cittadini e l’ho misurato spesso nei miei viaggi in treno dove ho parlato con tante persone, moltissimi giovani, e mi sono presa anche qualche insulto».

Quali sono i risultati che può ascrivere alla sua attività? 

«Ho lavorato in sei commissioni ma riassumendo posso dire di aver lavorato per contenere spinte revisioniste sul lavoro, ho lavorato per il lavoro delle donne. Ho anche presentato un disegno di legge per l’orientamento al lavoro e alla scuola per i giovani più svantaggiati, sul modello tedesco: spero che qualcuno lo riprenda nella prossima legislatura ma mi impegnerò perchè non rimanga nei cassetti del Senato. Ho lavorato nella commissione d’inchiesta dedicata afli infortuni sul lavoro e come presidente della fondazione Laura Prati per la quale presenteremo una  relazione a gennaio. Mi sono spesa molto anche per la commissione Moro che per me è stata una grande esperienza intellettuale e politica e che ha portato alla discovery di importanti documenti utili a riaprire il processo. Vorrei sottolineare che questa vicenda non riguarda solo il passato perchè ha condizionato anche gli anni dopo e il nostro presente. Sono contenta di aver contribuito ad avanzare dal punto di vista dei diritti civili. Peccato aver chiuso senza aver portato a casa lo Ius Soli».

Cosa farà ora?

«Credo che una legislatura così piena e con così tanti punti oscuri vada raccontata. Vale la pena che venga messa per iscritto con un libro. Dedicherò questo lavoro a mio nipote che sta lottando per continuare a vivere. La mia grande paura è che si spezzi quel legame tra cittadini e istituzioni. Sui treni ho trovato nei giovani grande voglia di fare e mettersi in gioco e mi assumo la responsabilità di dire che non abbiamo saputo costruire un futuro per i giovani».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Dicembre 2017
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