Con la piattaforma di Ubi Banca più welfare nella busta paga degli artigiani
Confartigianato Imprese Varese è la prima associazione di rappresentanza in Italia ad aderire alla piattaforma welfare dell'istituto di credito
Le imprese artigiane e i loro dipendenti avranno uno strumento in più per il welfare aziendale. Confartigianato Imprese Varese è infatti la prima associazione di rappresentanza in Italia ad aderire alla piattaforma welfare di Ubi Banca. Almeno 9.000 imprese artigiane del Varesotto e della Lomellina e i loro lavoratori potranno scegliere tra una vasta gamma di servizi e prodotti che spazia dalla sanità al tempo libero, dall’istruzione al fitness, dalla casa alla persona, fino allo shopping.
Grazie alla piattaforma, già ampiamente collaudata dai dipendenti di Ubi Banca, e ai numeri espressi dall’associazione di viale Milano le piccole imprese potranno beneficiare dei servizi di welfare al pari delle imprese più strutturate. «Non è un semplice accordo, ma una partnership fatta di cose concrete, una grande opportunità di crescita del welfare integrativo» ha detto Mauro Colombo direttore di Confartigianato.
In gioco dunque c’è molto di più che una intensificazione dell’offerta di prodotti e servizi. Rossella Leidi, vice direttore generale di Ubi banca, parla infatti di «ecosistema di welfare in grado di connettere imprese, persone e territorio». Una visione che da una parte risponde in modo efficiente ai nuovi bisogni dei lavoratori e delle loro famiglie, dall’altra valorizza i fornitori di servizi che saranno scelti tra le eccellenze del territorio.
È FACILE E CONVENIENTE
«Abbiamo preferito la piattaforma di Ubi Banca – ha spiegato Lucia Pala, responsabile Area lavoro di Confartigianato – perché era già stata testata sui loro dipendenti, per la forte connotazione territoriale e perché la rendicontazione utilizzata da Ubi si concilia bene con il nostro sistema».
L’accesso alla piattaforma è semplice e può essere effettuato tramite tablet e smartphone, oltre che da pc. Il lavoratore può spendere il proprio credito come preferisce e con la massima libertà di scelta tra le varie categorie (rimborso di spese già sostenute, sanità, previdenza, shopping, casa e persona e tempo libero), ha un maggiore potere di spesa e nessuna tassazione perché il beneficio è netto. Per esempio, se il piano welfare prevede un credito di 1.000 euro il lavoratore avrà a disposizione un credito da spendere di 1.000 euro netti, senza alcuna tassazione. Se invece avesse un premio di 1.300 euro solo in denaro, 739 finirebbero in tasse e 561 in busta paga. «Il nuovo sistema non ha oneri aggiuntivi a carico delle imprese che sono già affaticate da troppe incombenze burocratiche – ha precisato Colombo – e incrementa quel “netto in busta” fondamentale per migliorare la qualità della vita dei dipendenti, la competitività, il benessere sociale dei territori e la vitalità del mercato interno».
Il welfare aziendale è dunque conveniente anche per le imprese perché riduce i costi del personale, può sostituire la parte variabile della retribuzione, migliorare la produttività e il clima all’interno dell’azienda.
INFORMARE LAVORATORI E IMPRESE
L’esperienza degli enti bilaterali dimostra che il tallone di Achille di queste iniziative è spesso la scarsa informazione dei lavoratori circa l’esistenza di beni e servizi a loro disposizione. «Occorre che ci sia una buona comunicazione a tutti i livelli – ha detto Luca Gotti, responsabile della macro area territoriale Bergamo e Lombardia ovest di Ubi Banca -. Siamo solo all’inizio di un percorso che si contraddistingue per sinergia, territorialità e innovazione, tre parole chiave di questa buona pratica».
Una decina di imprese ha già aderito alla piattaforma di welfare, ma per il prossimo anno in Confartigianato si parla già di centinaia di adesioni.
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