Il Tar sospende l’ordinanza del sindaco sui centri profughi
L'amministrazione Cassani aveva imposto ai gestori di comunicare numero degli ospiti e contratti d'affitto, la Prefettura ha fatto ricorso. "Non potremo sapere più nulla"
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Il Tar della Lombardia ha sospeso l’ordinanza del Comune di Gallarate sui centri profughi.
L’estate scorsa il sindaco aveva imposto, mediante ordinanza, ai gestori dei Centri di Accoglienza Straordinari (CAS) di comunicare regolarmente – ogni 15 giorni – il numero dei richiedenti asilo ospitati in ogni singolo nucleo, ma anche di conoscere i contratti di locazione degli edifici e la partecipazione ai bandi della Prefettura (che affida appunto la gestione dei profughi).
L’ordinanza era stata però impugnata direttamente dalla Prefettura, che riteneva che l’ordinanza fosse stata emessa dal sindaco travalicando – per così dire – i propri compiti, con una «motivazione insufficiente a reggere il provvedimento».
Il tribunale amministrativo si è per ora espresso sulla sospensiva, prendendo una decisione a favore del ricorrente: l’ordinanza del sindaco Andrea Cassani viene dunque ora sospesa, in attesa del giudizio di merito.
Certo è uno stop per Cassani, che comunque rivendica il diritto del sindaco a prendere provvedimenti simili. «La sospensiva cautelare si è basata solo sul fumus, non sul periculum: dice che è stata usata una norma in modo estensivo ma non a danno di qualcuno. Il fatto che abbiano compensato le spese è anche dimostrazione che poteva andare peggio».
L’ordinanza era stata emessa – 18 agosto scorso – in particolare nel quadro del braccio di ferro con la Kb srl, una società privata che gestisce molti centri di grosse dimensioni e che ha avuto non pochi problemi con i propri ospiti, anche a Gallarate. «Tutti episodi che abbiamo riportato , nella convinzione che un maggiore controllo fosse utile per tutti i gallaratesi e per gli stessi richiedenti asilo, visto che ci sono testimonianze che dicono che vivono stipati» (la Prefettura non ha mai fatto contestazioni, ma gli ospiti sono spesso molto numerosi e concentrati in edifici di piccole dimensioni).
Tra settembre e ottobre il centro Kb srl di via Ranchet era stato al centro di ben due mezze rivolte. Provocatoria la conclusione di Cassani: «Il Tar dice che servono elementi concreti per poter giustificare un provvedimento: a questo aspetteremo che succeda qualcosa e che qualcuno ci scriva un trattato, per poter emettere una ordinanza. Noi i luoghi fino ad oggi li abbiamo controllati, in futuro potremmo non sapere più nulla dai gestori» (va detto che ci sono meno problemi con l’altro gestore, Exodus, che opera con piccoli nuclei diffusi).
«C’è anche una questione di salute» conclude Cassani, tornando su un tema che nei giorni scorsi è stato al centro di molte polemiche . Anche gli operatori dell’Ats hanno portato a fare disinfestazioni in case di stranieri. Anche se non richiedenti asilo, ma comunque stranieri» puntualizza Cassani (che è stato accusato di aver diffuso una bufala, associando presunti casi di malaria ai profughi). «Ma a quanto pare non basta per dare il diritto a un sindaco di intervenire». Del resto, la carenza di motivazioni igienico-sanitarie era una delle ragionin invocate dalla Prefettura nella opposizione all’ordinanza.
L’ordinanza per ora non è cancellata, ma sospesa. La trattazione di merito è rinviata al 23 maggio 2018.
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