Volontario in Pakistan in sala operatoria per fare formazione
Il professor Mario Cherubino ha vissuto due settimane come volontario con specialisti chirurghi della Società inglese di chirurgia plastica ed estetica

Il Prof. Mario Cherubino, specialista in chirurgia plastica all’Ospedale di Circolo di Varese, è appena rientrato da un viaggio come volontario in Pakistan. Per due settimane ha avuto infatti l’opportunità di far parte di un gruppo di specialisti chirurghi della Società inglese di chirurgia plastica ed estetica (B.A.P.R.A.S.) e della società Americana (AMERICAN SOCIETY OF PLASTIC SURGEONS) coordinati dal dott. Umraz Khan di Bristol UK, che ha portato le proprie competenze all’Ospedale universitario di Lahore.
«E’ stata un’esperienza fantastica – ha commentato Cherubino – di quelle che ti ricorderai per sempre. Ho incontrato persone di grandissima dignità e molto riconoscenti per il lavoro che ho svolto. Inoltre, essere ammesso a far parte di questo gruppo di specialisti come unico componente non anglosassone mi ha reso davvero orgoglioso!».
Il Dott. Cherubino in Pakistan ha svolto un compito duplice: da un lato è entrato in sala operatoria trattando numerosi pazienti e realizzando interventi anche molto complessi, dall’altra ha condotto un percorso di formazione per i chirurghi pakistani, insegnando loro come approcciare certe tipologie di interventi di microchirurgia ricostruttiva. «Insegnare è trasmettere le conoscenze in modo da migliorare i trattamenti nei luoghi d’origine, permettendo così alle persone di non dover migrare per ottenere le cure, sia la forma più bella di volontariato. Credo che condividere sia il sistema migliore per ripagare di ciò che si è avuto».
« È stata una bella sfida, anche se ero preparato ad affrontarla: la Chirurgia plastica varesina è infatti un’ottima palestra, visto la complessità dei casi che trattiamo quotidianamente. Certo, in Pakistan hai a che fare con persone che hanno subito gravi danni, soprattutto agli arti, a causa delle mine o degli enormi incidenti stradali, oppure con persone che non curano adeguatamente il diabete andando incontro a gravissime complicanze, come infezioni che arrivano a farti perdere parti del volto, addirittura fino alla asportazione degli occhi. In particolare, mi sono trovato ad operare un paziente che aveva perso l’uso del braccio destro e ho dovuto procedere con un autotrapianto di un muscolo da una gamba per restituire la funzionalità del dell’avambraccio. In un altro caso abbiamo ricostruito il pollice destro sostituendolo con un dito di un piede. E poi ho avuto a che fare con tantissimi pazienti che presentavano malformazioni dovute ad infezioni in gran parte derivate da un trattamento del diabete non adeguato».
«Ma sopra ad ogni cosa – conclude Cherubino – ricorderò le straordinarie manifestazioni di gratitudine che ho trovato: sono cose che scaldano il cuore e che ti ricordano quanto è importante il lavoro che fai!».
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