Arriva il picco dell’influenza, ecco il piano della Regione
Il 41% dei reparti di pronto soccorso e il 100% dei pediatrici sono sovraffollati, gli ospedali di Varese tra le situazioni più complicate. Le mosse dei vertici regionali
I reparti di pronto soccorso sono già in sofferenza da giorni (qui la situazione in bassa provincia e Varese), ma il picco dell’influenza deve ancora arrivare.E per far fronte la Regione ha previsto nuove misure straordinarie, coinvolgendo i medici di base e le Asst, cercando appoggi nella sanità privata e nelle Rsa.
Il picco «dovrebbe manifestarsi tra questo week end e la prossima settimana» ricorda l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, che ha spiegato come «Regione Lombardia ha messo in atto alcune iniziative che coinvolgono i medici di Medicina Generale e le Asst per cercare di tamponare il fenomeno del sovraffollamento dei pronto soccorso».
Negli ultimi 10 giorni il sovraffollamento ha già interessato la maggior parte delle strutture, precisamente il 41% di quelli generali e il 100% di quelli pediatrici, con picchi superiori ai 12 mila accessi.
Come si risponderà alla situazione critica? «Nello specifico – ha spiegato l’assessore – attraverso le Ats, soprattutto quelle interessate da maggiori afflussi come quella di Milano e di Varese, abbiamo sensibilizzato i medici di Medicina generale per favorire le visite domiciliari e le Asst affinché applichino tutte le misure previste dai Piani di gestione dei sovraffollamento anche attraverso il blocco o il differimento di ricoveri elettivi, per interventi chirurgici di programmazione ordinaria».
Nei mesi scorsi la Regione ha già previsto uno stanziamento di 4 milioni di euro, che ha consentito alle Asst e Irccs pubblici dotati di Pronto soccorso, Dipartimenti di emergenza e urgenza (Dea) e Emergenza ad alta specialita’ (Eas) di incrementare i posti letto attraverso l’aumento temporaneo di quelli interni alla struttura di area medica e chirurgica e di degenza per subacuti, l’utilizzo di quelli messi a disposizione da strutture sanitarie accreditate e a contratto nell’ambito del budget assegnato; l’attivazione di convenzioni con strutture sanitarie e unità d’offerta sociosanitarie di RSA o cure intermedie che convertissero temporaneamente parte dei posti accreditati in
degenze, per subacuti.
«Siamo consapevoli – conclude il titolare regionale della Sanità – che la situazione sia figlia di una presa in carico sul territorio poco efficace soprattutto dei pazienti over 65 anni (che rappresentano mediamente il 30 per cento dei pazienti che si recano nei Pronto soccorso che sfiorano il 40% degli nel periodo che va dal 22 dicembre a meta’ gennaio) interessati da patologie che riguardano prevalentemente insufficienze respiratorie che richiedono diverse giornate di degenza ospedaliera. Un problema che contiamo di risolvere attraverso una maggiore sensibilizzazione nei confronti della vaccinazione antinfluenzale per questa categoria di soggetti e l’attuazione della riforma sanitaria, ormai partita, che garantira’ un monitoraggio personalizzato dei pazienti cronici evitando il loro ricorso alle cure ospedaliere a causa dell’assenza dei medici di famiglia che normalmente si verifica nei periodi delle festività».
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