Boldrini: “No alla Repubblica dei falò”
Liberi e Uguali in campagna elettorale. Piazza piena e tantissimo tifo, sia contro che a favore: "Contro l'intolleranza ci vuole democrazia"
Laura Boldrini riempie le piazze: in una campagna elettorale che finora ha affrontato soprattutto il tema dei deputati acchiappaposti, il richiamo identitario all’antifascismo, all’antirazzismo e al femminismo della presidente della camera radicalizza i sentimenti. Accade così che la candidata di Liberi e Uguali trascini molta gente in strada in questa prima domenica di campagna elettorale e la polizia schierata in forze deve lavorare per diverse ore per garantire che tutto si svolga in totale sicurezza.
La Boldrini fa il suo ingresso in piazza San Giovanni a Busto Arsizio verso le 15, dove qualche sera fa un fantoccio con la sua immagine è stato dato alle fiamme dal Movimento dei Giovani Padani durante la festa della Gioeubia, e partono i canti partigiani “bella ciao”. Li guida lei, che non si sottrae per nulla. Un gruppo di contestatori la fischia e le dice di andarsene a casa.
Risultato: emerge come Laura Boldrini non lasci indifferenti,. Inconsapevolmente i suoi contestatori le attribuiscono un primato: è la più amata dal popolo identitario della sinistra.
Un popolo spesso apolide e disorientato, ma che dietro questa figura di donna che irrita così tanto la destra, ritrova unità e motivazione.
«Sono venuta qui perché alcune persone mi hanno invitato a bere un caffè – spiega -perché mi hanno chiesto di venire e mi hanno espresso vicinanza». Poi attacca:«Io dico no alla Repubblica dei falò. Se Salvini vuole essere il signore dei falò, non lo farà con la nostra complicità. Noi siamo quelli che faranno campagna elettorale con i programmi».
Dopo la polemica sul falò dei Giovani Padani, il sindaco oggi le ha chiesto di danni. «Non capisco dove ci siano stati questi danni — dice Boldrini — i costi piuttosto saranno quelli che ha dovuto sostenere il sindaco per far ripulire la piazza dopo che mi hanno dato alle fiamme, di questo dovrà rispondere lui ai suoi cittadini».
Sui fischi la Boldrini è serena: «Non è un problema — ribatte — la democrazia è questa, confrontarsi a viso aperto, oggi c’è una bella manifestazione con donne e uomini e va bene che ci sia anche una contromanifestazione». E poi a Salvini manda a dire: «Salvini stia tranquillo, sono candidata a Milano e dunque non c’è bisogno che mi venga a cercare per sfidarmi, sono già qui e la sfida è a viso aperto».
Il leghista Speroni le regala in piazza un libro sulla Gioeubia: «Un leghista mi ha portato un libro sulle tradizioni locali – commenta poco dopo durante un incontro con i sostenitori in un ristorante – io lo leggerò e non lo darò alle fiamme come loro hanno fatto con me. Noi siamo quelli che non bruciano i libri, noi siamo quelli che diciamo no alla Repubblica dei falò».
L’incontro con i candidati è meno affollato ma più calmo della passeggiata in piazza. C’è Onorio Rosati candidato alla presidenza della Regione, e altri. C’è anche la famiglia di Laura Prati, la sindaca uccisa da un vigile a Cardano al campo: «Io dico che si deve dedicare una strada a Laura Prati subito – ammonisce – sosteniamo questa battaglia».
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