Tra i mostri sacri della Dakar spunta anche il varesino Amos

Impresa del pilota nostrano nella quarta tappa: Eugenio è quinto di giornata e sesto assoluto. "Decisiva la partenza". Davanti a lui solo i miti del motore Loeb, Sainz, Peterhansel e Hirvonen

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Primo degli “umani” dietro a quattro extraterrestri del motore. La quarta tappa di Eugenio Amos, l’unico pilota varesino al via della “Dakar 2018” si è trasformata in un exploit di altissimo livello: il 32enne driver di casa nostra ha concluso la frazione al quinto posto assoluto, un risultato che gli permette di salire fino alla sesta posizione della classifica generale tra le auto.

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Ma a misurare il valore del piazzamento di Amos sono i nomi dei pochi piloti che lo hanno preceduto: la tappa con partenza e arrivo nella località cilena di San Juan de Marcona (444 chilometri totali, 330 di prova speciale) è stata infatti vinta da Sebastien Loeb (9 titoli mondiali rally) seguito da Carlos Sainz (2 titoli mondiali rally), da Stephan Peterhansel (13 Dakar vinte tra auto e moto) e Mikko Hirvonen (15 rally mondiali vinti).

Al traguardo il buggy del team francese Two Wheels Drive di Eugenio e del navigatore transalpino Seb Dealaunay è arrivato con un ritardo di 35’46” da Loeb ma a poco più di un minuto da Hirvonen che è riuscito a scalzare Amos dalla quarta piazza, risultato che a un certo punto pareva possibile. Tornando invece alla classifica generale, il dominio del team ufficiale Peugeot è netto con Peterhansel al comando davanti a Loeb e Sainz, ma lo squadrone francese ha perso proprio oggi Despres. Alle loro spalle ci sono nell’ordine le Toyota di Al-Attiyah e Ten Brinke e, appunto, il buggy di Amos che ha un ritardo di 1h19’42” dal leader della classifica ma che è anche la prima vettura al di fuori dei team ufficiali.

MAGIA IN PARTENZA

Proprio Eugenio Amos racconta a VareseNews i punti cruciali della quarta tappa. «La partenza è stata fondamentale perché con un “trucchetto” perfettamente regolare siamo scattati fortissimo. Si partiva a gruppi di quattro auto: noi ci siamo posizionati una trentina di metri dietro la linea del via dove c’erano gli altri che, però, hanno faticato a scattare per via della sabbia soffice. Noi di fatto ci siamo lanciati su un tratto di sabbia più dura, abbiamo preso subito velocità e superato le altre tre vetture. In questo modo, dopo i primi 14 chilometri sulla spiaggia, siamo entrati per primi nel successivo tratto tra i canyon dove si alzava molta polvere: avere strada libera davanti ci ha permesso di spingere senza esitazioni, poi abbiamo superato quasi indenni la parte con dune molto insidiose e nel finale abbiamo controllato bene la situazione».

Decisiva, secondo Eugenio, la bravura del suo co-pilota Delaunay: «Oggi era fondamentale navigare bene e Seb è stato eccellente: non abbiamo mai perso la strada e ci siamo insabbiati una sola volta, quando purtroppo abbiamo perso circa 15′. Però è andato tutto bene e anche la macchina si è comportata molto bene».

COLPI DI SCENA

La quarta frazione è stata insidiosa per molti e addirittura fatale per Despres che si è ritirato dopo un incidente in cui ha semidistrutto la sua Peugeot. Anche tra le moto c’è stato un addio eccellente, quello dell’inglese Sunderland su Ktm che era leader della classifica. Ora tra le due ruote è andato in testa il francese Adrian Van Beveren su Yamaha che ha anche vinto la tappa davanti a Walkner (Ktm), Quintanilla (Husqvarna), Svitko (Ktm) e Benavides con la prima delle Honda del team manager varesino Martino Bianchi. Quntanilla e Benavides sono secondo e terzo della generale con la Ktm che appare in leggera difficoltà.

ADDIO PERU’

Mercoledì 10 la Dakar saluterà il Perù: la quinta prova va da San Juan de Marcona ad Arequipo, in Bolivia e con questa frazione ci sarà l’addio alle dune che, tra l’altro, sono maldigerite da Amos. Fare meglio di così non è semplice, ma Eugenio vuole provarci.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 10 Gennaio 2018
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