Orsi e Spagnolini prosciolti dall’accusa di frode
la decisione del gup di Busto Arsizio Nicoletta Guerrero che segue a ruota l’assoluzione arrivata per mancanza di prove ad inizio gennaio nel processo sulle presunte tangenti

Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini, rispettivamente ex presidente e ad di Finmeccanica e ex ad di Agusta Westland, sono stati prosciolti dall’accusa di frode fiscale nella vicenda processuale che li vedeva coinvolti per la fornitura di elicotteri algerina.
Questa è stata la decisione del gup di Busto Arsizio Nicoletta Guerrero che segue a ruota l’assoluzione arrivata per mancanza di prove ad inizio gennaio nel processo sulle presunte tangenti al maresciallo dell’aeronautica indiano Sashi Tyagi. In quel caso i giudici hanno stabilito che non era possibile condannare i due ex-manager dell’allora Finmeccanica (oggi Leonardo) in quanto non sarebbe provata la corruzione internazionale.
«Naufraga definitivamente nel mare delle chimere giudiziarie anche l’ultima indagine promossa e coltivata dalla Procura di Busto, a suo tempo guidata dal P.M. milanese Eugenio Fusco, sui presunti rapporti illeciti della società elicotteristica AgustaWestland con il governo algerino – commentano gli avvocati prof. Ennio Amodio, prof. Novella Galantini, Massimo Bassi e Anna Lago -. Dopo l’assoluzione pronunciata l’8 gennaio scorso dalla Corte d’Appello di Milano nel processo per corruzione internazionale relativo a forniture al governo indiano, questa mattina il GUP del Tribunale di Busto ha decretato il non luogo a procedere con riguardo ad una residua parte delle accuse formulate dalla procura bustese contro Giuseppe Orsi e Bruno Spagnolini a proposito di un contratto concluso da AgustaWestland con il governo algerino. L’anno scorso era già stata dichiarata priva di fondamento, con conseguente archiviazione, l’ipotesi di una corruzione nella vicenda algerina. Ora il giudice di Busto ha escluso perentoriamente anche l’addebito di frode fiscale».
«Non resta quindi nulla dell’originario impianto accusatorio che attribuiva ai manager di AgustaWestland un ruolo inappropriato nella gestione dei rapporti commerciali con i paesi acquirenti dell’alta tecnologia messa a punto dagli ingegneri di Cascina Costa di Samarate – continua la nota dei legali -. Resta così confermato che se AgustaWestland si è affermata nei mercati internazionali come azienda leader del prodotto elicotteristico è solo per la grande qualità della sua tecnologia. Forse gli investigatori potevano accorgersene anche senza una lente d’ingrandimento: bastava fare una analisi industriale e non inseguire false piste inaugurate da inattendibili informatori accreditati invece come bocche della verità».
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