Fascismo e Shoah: “Noi non siamo indifferenti”
Diverse le richieste di dimissioni da parte dei cittadini che hanno partecipato alla serata per discutere delle parole del sindaco Cristina Bertuletti rivolte all’Olocausto
“Voi che vivete sicuri nelle tiepide case…”.
Ha senso rileggere queste parole una serata di gennaio dopo oltre settant’anni da fatti che scioccarono il mondo intero, già sconvolto da una guerra mondiale? L’argomento è la Shoah, frutto dell’antisemitismo, ma non della follia, piuttosto della scienza applicata allo sterminio; ai piani discussi a mente serena per deportare, schiavizzare, gasare e bruciare ebrei, omosessuali, dissidenti politici, prigionieri di guerra.
E la risposta è “sì”. Sì, ha avuto senso rileggere i passi finali di “Se questo è un Uomo”, di Primo Levi, per le persone che si sono date appuntamento questa sera, 2 febbraio, venerdì, di fronte all’oratorio di Gazzada Schianno in una dimora privata di solito utilizzata come sala riunioni per l’associazione “La casa di Nando”.
Era necessaria questa riunione voluta da un gruppo spontaneo di cittadini e sostenuta dall’Anpi provinciale dopo le parole rivolte per iscritto dal sindaco del paese, Cristina Bertuletti, nel Giorno della Memoria, che ogni anno si celebra il 27 di gennaio, data della liberazione di Auschwitz. Parole che nessuno ha osato pronunciare nuovamente. Ma che tutti hanno condannato con grande fermezza.
Circa 120 persone si sono assiepate nella sala dove per ascoltare non riusciva ad entrare più nemmeno uno spillo. In molti hanno preso la parola: esponenti della politica provinciale legati alla sinistra – molti dei quali candidati alle prossime elezioni – , appartenenti al mondo sindacale (Cgil), della società civile e del volontariato.
Era presente in prima fila Gunnar Vincenzi, presidente della Provincia che con le parole rotte dal pianto ha ricordato la sorte del nonno, morto trentatreenne a Mauthausen.
In molti degli interventi per parlare dei fatti che hanno portato Gazzada Schianno, 4500 persone, alla ribalta nazionale sono state chieste le dimissioni del sindaco.
L’assessore Angelo Frattini, consigliere comunale, (e vice sindaco nella precedente amministrazione) ha ribadito la presa di posizione letta qualche giorno fa in Consiglio.
Toccante il ricordo del padre da parte di Ester de Tomasi, figlia del deportato politico Sergio che ha raccontato con le immagini la realtà dei lager nazisti.
Tra gli interventi anche quello di Giovanni Bloisi, il “ciclista della memoria” così ribattezzato perché artefice di numerosi pellegrinaggi sulle due ruote nei luoghi dell’Olocausto.
Dalla riunione di questa sera è emersa la voglia di non essere indifferenti alle diverse manifestazioni legate al neofascismo dilagante anche in provincia di Varese. Si è parlato della vicina realtà militante dei Dodici Raggi (Do.Ra), recentemente al centro di un’inchiesta giudiziaria, ed è stata menzionata la “marcia nera” avvenuta in pieno centro a Varese la sera della Giornata del Ricordo – 10 febbraio – per ricordare la tragedia delle vittime delle foibe, dell’esodo istriano, fiumano e dalmata nel secondo dopoguerra e della vicenda del Confine orientale.
Fra le proposte emerse dalla serata, quella di intitolare il parchetto del centro anziani di via Azzate proprio al Giorno della memoria: «Presenteremo la proposta alla minoranza che la sottoporrà come ordine del giorno al Consiglio comunale», ha detto Flavio Caravati, uno degli organizzatori dell’incontro.
Alla biblioteca di Gazzada Schianno è stato inoltre consegnato un testo sulla Resistenza in Valcuvia e sulla battaglia del San Martino a chiusura di serata, dopo i saluti di Ester De Tomasi: «Il 20 di questo mese andrò ad Auschwitz. E chiederò scusa per quello che è successo qui a Gazzada Schianno», ha annunciato.
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Il giorno della memoria è per non dimenticare tutte le vittime di leggi razziali, di persecuzione politica od omofoba. Quindi è spregevole vedere chi sfila unicamente per ricordare le vittme di una persecuzione di una parte politica piuttosto che di un’altra, perché in tal caso non è commemorazione ma strumentalizzazione!
Carissimo Apetraccone, la manifestazione senza bandiere o bollini e’ stata proprio indetta per lo spregevole post della sindaca in occasione del ricordo della Shoa, quindi proprio come afferma lei per le vittime di leggi razziali. Avrebbero potuto parteciparvi tutti quelli contro queste nefandezze, ma e’ stata una parte politica che le aveva commesse. Sarebbe stato difficile intervenire alla manifestazione in segno di vicinanza.
120 politicizzati su 4500 abitanti. Dicesi democrazia. Questo dovrebbe farvi capire, cari sinistri e cara ANPI, da che parte sta la popolazione di Gazzada. E dovrebbe farvi capire che sta manfrina della giornata della memoria, dopo 70 anni non frega più a nessuno. La storia è storia, bella o brutta che sia. Anzichè sprecare tempo a ricordare il passato, (esattamente come fanno i militanti di Do.Ra che voi condannate perchè ricordano la parte opposta alla vostra, salvo poi definirvi democratici e tolleranti),investitelo per progettare il futuro!
E’ proprio ricordando gli errori del passato che si migliora ed il mondo va avanti. Altrimenti si torna alle guerre in Europa per un po’ di potere o di terra o altre follie del passato!