“L’Università non è più un monastero arroccato sul colle”
L'apertura del ventesimo anno accademico dell'Università dell'Insubria è stata l'occasione, per il rettore Alberto Coen Porisini, di tracciare un bilancio in un contesto economico difficile
![Inaugurazione XX anno accademico Università dell'Insubria](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2018/02/inaugurazione-xx-anno-accademico-universita-dell-insubria-657638.610x431.jpg)
Si aperto ufficialmente l’anno accademico dei 20 anni. Il prossimo 14 luglio l’ateneo, diviso tra le città di Varese e di Como, arriverà all’importante traguardo e la cerimonia, che si è tenuta oggi lunedì 19 febbraio nell’aula magna di via Ravasi a Varese, è servita anche a fare il punto della storia di questa università. Il compito di tracciare il bilancio è spettato al rettore uscente Alberto Coen Porisini che ha preso la parola dopo i saluti del presidente della regione Roberto Maroni e dei due sindaci di Varese, Davide Galimberti, e di Como, Mario Landriscina.
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«L’ateneo non è più percepito come un monastero in cima alla collina. È stato il risultato più importante, frutto di un lavoro di integrazione e collaborazione che ha visto l’ateneo e i suoi docenti uscire dal perimetro delle aule per incontrare studenti, famiglie e istituzioni nei loro luoghi di ritrovo».
LAVORO DI POTENZIAMENTO
Tanto impegno che ha portato a un aumento delle immatricolazioni: «Abbiamo deciso di diversificare la formazione di primo livello da quella del secondo e del terzo con l’obiettivo di essere maggiormente attrattivi sul nostro territorio nel primo caso e guardando invece oltre nel secondo. In particolare, per la triennale, abbiamo investito sugli studenti del bacino naturale incontrandoli nelle scuole e potenziando l’attività di orientamento nella scelta del futuro».
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Quella delle diversificazione è una delle strategie di sviluppo messe in campo dall’ateneo che ha puntato su rapporti internazionali per lauree magistrali e dottorati: «La percentuale degli studenti che si iscrive a una laurea magistrale – ha sottolineato Coen Porisini – provenendo da un altro ateneo è più che raddoppiata dal 2012 ed é pari al 36%, mentre, per quanto riguarda i dottorati, ormai oltre la metà dei nostri dottorandi si è laureato in un altro ateneo».
IL FUTURO TRA OBIETTIVI E RISCHI
Ripercorsi gli anni difficili di un paese in crisi e che ha stretto i cordoni della spesa verso il sapere, il magnifico rettore ha volto lo sguardo al futuro, fatto di investimenti di corsi, personale e spazi: « Accanto a queste opportunità, però, ci sono dei rischi – ha commentato Porisini – Il primo è che le risorse ci siano davvero, non solo quelle economiche ma anche quelle umane a causa dei vicoli derivanti dal blocco del turnover. Inoltre è difficile far coincidere eccessive aspettative con i tempi necessariamente lungi della realizzazione degli interventi».
Il rettore ha citato opportunità e pericoli legati al mondo della ricerca dove capacità e competenze in crescita rischiano di infrangersi contro un sistema che poco ha a che fare con la meritocrazia a causa di vecchie logiche. Ha citato anche la multidisciplinarietà da sempre caratteristica dell’Università dell’Insubria che ha fatto della contaminazione delle idee il punto di forza: «Il rischio è che in un contesto di risorse limitate ci sia la tentazione di ritenere che l’ateneo si debba specializzare, dissipando il patrimonio accumulato in questi anni»
Scelte e decisioni strategiche determinanti per i prossimi anni ma che spetteranno a colui che verrà eletto il 2 luglio prossimo.
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