“Se si arriverà a processo, valuteremo di costituirci parte civile”
Il sindaco Cassani, contestatore dell'intero sistema d'accoglienza, non nasconde la soddisfazione per l'indagine sulla gestione dei Centri per migranti

Se l‘indagine (appena emersa e dai confini ancora da definire) a carico della Kb sfocierà in un processo, «valuteremo di costituirci parte civile». Il sindaco di Gallarate Andrea Cassani sa che gli elementi conosciuti sono ancora poco, ma non nasconde la sua soddisfazione per l’emergere di un’indagine su quel mondo – l’accoglienza ai migranti – che ha sempre contestato.
«Sono molto contento di questa indagine e spero che venga fatta chiarezza sugli elementi critici che possono esserci» dice Cassani. «Mi son sempre chiesto perché lo Stato continuasse ad affidare la gestione a questa società, forse adesso qualcuno della Procura si pone le stesse domande. Se, come si evince dalle fonti di stampa, le indagini porteranno a qualche processo per truffa ai danni dello Stato, noi valuteremo di costituirci parte civile».
Cassani – da leghista di stretta osservanza salviniana – ha sempre contestato alla base l’accoglienza, in toto, sia dei Centri affidati ai privati (CAS) sia dei progetti condivisi tra privato e Comuni (Sprar). «Noi abbiamo provato a vederci più chiaro sulla gestione e sul numero di persone ospitate» ricorda. «L’abbiamo fatto con una ordinanza, abbiamo resistito anche di fronte al Tar, dopo impugnazione da parte del Ministero dell’Interno e della Prefettura» (il Tar ha poi sospeso l’ordinanza, che nel frattempo è scaduta e non rinnovata).
Come detto, pur nel giudizio negativo sull’intera politica d’accoglienza, Cassani rimarca anche l’atteggiamento giudicato poco collaborativo di Kb, rispetto ad altri gestori: «Exodus, nonostante non ci sia un obbligo, continua ancora oggi a fornirci i dati sui richiedenti asilo ospitati, cosa che KB Srl ha smesso non appena il Tar ha decretato la sospensiva dell’ordinanza». Anche se in un primo tempo, quando l’ordinanza era stata solo impugnata, Kb aveva fornito report spiegando di voler “creare condizioni di maggiore controllo sul territorio” e non entrare in contrasto con la Polizia Locale.
Come in altri Comuni – ad esempio a Samarate – anche a Gallarate l’amministrazione ha effettuato nel tempo tentativi di accessi alle strutture (fin dai tempi della giunta Guenzani) e fatto poi anche segnalazioni ad altre autorità competenti: «A seguito delle nostre segnalazioni all’Ats – rimarca Cassani – ad esempio abbiamo ottenuto che la preparazione dei pasti avvenisse al di fuori della struttura che era molto affollata».
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