Che fine ha fatto l’appalto per il rinnovo della Moriggia?

Non si parla del bando ancora atteso, me della gara del 2016: si arrivò all'apertura delle buste, ma poi se n'è persa traccia. Il Pd chiederà una commissione di vigilanza

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Che fine ha fatto l’appalto per il rinnovo completo della piscina di Moriggia di Gallarate? Non parliamo del bando più volte annunciato dall’amministrazione Cassani, ma della “vecchia” gara d’appalto. Avviata in era Guenzani, ma arrivata alla fase più operativa – l’apertura delle buste – quando già a Palazzo Borghi c’era Cassani.

A chiedere dove siano finite le buste con le offerte è il Pd gallaratese. Che annuncia: «Chiederemo una Commissione Vigilanza e Controllo per capire che fine abbiano fatto».

Nei giorni scorsi il sindaco Cassani ha evocato lo «scaricabarile» tra diverse amministrazioni, dicendo di non essere interessato a riaprire il capitolo delle precedenti gestioni (come vorrebbe Forza Italia) ma accusando appunto di «scaricabarile» anche il centrosinistra.
Una lettura che ovviamente dalle file del Pd viene respinta, documenti alla mano. «Il sindaco Cassani sin dal suo insediamento era perfettamente consapevole della necessità di effettuare lavori» dice Giovanni Pignataro, Pd. «Non tanto lavori alla controsoffitatura ma lavori per risolvere il problema dell’accumulo di umidità, causa dei problemi successivi». Come in effetti – almeno in parte – dice la perizia arrivata di recente sulla Moriggia, dove si citano pannelli segnati dall’umidità e corrosione delle strutture di sostegno.

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I consiglieri e militanti Pd davanti alla Moriggia: ironicamente, alcuni indossano la cuffia da piscina. I consiglieri Pd hanno chiesto anche di entrare nella struttura per vedere da vicino la situazione, ma sono stati rinviati in via Aleardi. Qui hanno incontrato il presidente Roberto Campari

Tornando al progetto di rinnovo e all’appalto, il Pd sfodera una cronostoria articolata del progetto di rinnovo dell’impianto. Che parte da marzo 2015 (il voto delle linee d’indirizzo in consiglio) e prosegue con il progetto da 700mila euro, presentato in commissione il 26 gennaio 2016 n commissione lavori pubblici, «con grande entusiasmo anche dei consiglieri di centrodestra. L’attuale presidente del consiglio comunale Lozito diceva: “Un piano davvero interessante”. Martignoni commentava “Sono ottimista, è un buon lavoro”».

Il sostegno al piano sembra bipartisan, se è vero che al 14 luglio Andrea Cassani insediatosi come sindaco in municipio diceva che «si può andare avanti con la gara» e che «l’amministrazione è favorevole al progetto di rinnovamento».  Al 20 luglio vengono aperte le buste, vengono chiesti chiarimenti a chi ha fatto l’offerta più bassa. Da lì in avanti, accusa il Pd, se ne perdono le tracce: «Siamo a una gara con buste aperte, ma poi non se ne sa più nulla. A settembre 2016 Forza Italia inizia a fare le “autodomande” – il consigliere domanda al suo assessore – e tra queste c’è anche la vicenda della piscina».

«C’era un progetto finanziato ed è stato bloccato» dicono dalle file del Pd. Che rimandano all’amministrazione la responsabilità: «l’accesso della Guardia di Finanza avviene solo a dicembre, quando già erano passati mesi».Però è indubbio che l’intervento della Finanza sia un elemento che rischia di rallentare tutto… «A distanza di un anno e mezzo però non se ne sa più nulla».

Il tema piscina è poi tornato due volte – indirettamente – in consiglio comunale, con il Documento Unico di Programmazione (il “Dup”) dell’amminsitrazione Cassani, che sia nel 2017 che nel 2018 cita l’indirizzo di un rinnovo con parternariato pubblico- privato, con la cosiddetta formula del project financing.

A due anni dal progetto iniziale e un anno dalla prima indicazione nel Dup, arriva il cedimento con successiva chiusura della piscina. Che fa dire al Pd di una «inerzia inaccettabile»: «C’è rimpallo tra Amsc e Municipio e tra Lega e Forza Italia, il risultato è che intanto la piscina è chiusa». «Il sindaco aveva la pappa pronta, se la pappa non gli piaceva poteva cambiare strada. Ma doveva farlo, non aspettare anni».

Quanto all’immediato, il Pd dice di essere favorevole ai lavori-tampone, ma ricorda comunque il «danno agli utenti e alla città». E riprende il tema già toccato in discussione sul bilancio: «Amsc deve tenere in pancia le risorse necessarie». Mentre al contrario – hanno già sottolineato dall’opposizione – Amsc ha appena versato dividendi per 1 milione di euro al Comune.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 26 Marzo 2018
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