“La nuova RSA Aperta, un pacchetto preconfezionato che non serve”
La protesta di un famigliare per i cambiamenti che entreranno in vigore dal primo aprile e che non soddisferanno le esigenze del paziente

Gentili Signori
mi chiamo Nicola Fabbri, sono di Busto Arsizio e sono una delle persone che ha visto una netta riduzione dei servizi della RSA aperta, in questo caso il Centro Diurno.
Faccio una premessa: ho una suocera che vive con me e mia moglie alla quale è stato diagnosticato decadimento cognitivo avanzato e soffre di problemi psicotici, fortunatamente ancora moderati. Con la RSA aperta lei riusciva ad andare al Centro Diurno per due volte la settimana e questa fase di socializzazione è per lei essenziale. Lo prova il fatto che quando è rimasta a casa per periodi di un mese perchè si era ammalata, il suo stato è nettamente peggiorato.
Adesso con queste nuove disposizioni salta fuori che i giorni annui che può fare sono 20 più altri 20, per un massimo di 40, quando lei ne faceva circa 100. Lo stesso servizio fornito dalla Provvidenza costerebbe 29 euro al giorno, che per 9 giorni al mese di media significano 261 euro al mese, una cifra per noi assolutamente insostenibile. Al Centro Diurno Polifunzionale l’importo sarebbe di 31 euro!
Ci dicono che questo accade perchè il Centro Diurno è un servizio alternativo, ma se questo servizio lo devo avere a pagamento, ovvero sono obbligato a sostituire un servizio pubblico, che oltretutto funziona anche bene, con uno privato, dove sta l’alternativa? Non mi è molto chiara.
Ma c’è una altra cosa che non riesco a capire di tutta questa assurda vicenda. Ci viene detto che i voucher coprono un valore di 300 euro al mese per una serie di servizi tra cui quelli psicologici e di formazione, ma se io voglio impiegare questi voucher in uno o due servizi specifici della RSA aperta, perchè mi viene impedito?
Ma se questo è vero ciò vuol dire che vi è una fase di transizione da affrontare: allora perchè mi si dice di punto in bianco, nell’arco di pochi giorni che tra sole due settimane, oltretutto con in mezzo Pasqua, che il servizio cambia in modo così radicale? Mi si spiega in che modo posso trovare un’alternativa non costosa – ammesso che esista – a questo servizio in un tempo così breve? Stiamo parlando di persone anziane con problemi gravi e non con pacchetti che si possono spostare a piacimento in tempi brevi. Mi scusi, ma queste dichiarazioni del Dottor Poncato, con tutto il rispetto per lui e per la sua funzione pubblica, sono al limite dell’offensivo.
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Siamo alle solite …
In attesa di sapere che cosa succederà dal 1° Aprile per il servizio di RSA aperta …
Ci hanno detto che diminuiranno le ore … perché???? Perché non ci sono i benedetti fondi? Perché ci sono troppe famiglie che richiedono questo servizio e quindi bisogna suddividere i miseri fondi destinati?
Ci hanno detto che diminuiranno le ore, però che aggiungeranno figure come lo psicologo, il fisioterapista etc..perché l’RSA aperta non è nata solo come servizio di igiene alla persona …
Lavare, vestire, accudire, movimentare una persona completamente non collaborante, rigida, con una demenza in stadio avanzato … una persona da sola, fa una gran fatica, con tutti i rischi che la cosa comporta sia per l’ammalato, che per chi accudisce .. parlo di rischi di cadute, movimenti che con il passare del tempo creano problemi alla schiena di chi accudisce etc… forse è per questo che una famiglia ha bisogno del servizio di igiene piuttosto che delle psicologo o dell’animatore sociale … parliamo dei bisogni primari della persona.
Sono venuti a fare la rivalutazione di mia mamma .. che valenza ha una rivalutazione in cui il medico non l’ha nemmeno visitata …si è solamente avvicinata al letto e le ha chiesto “signora si ricorda cosa ha mangiato oggi” e ancora “signora sa che giorno è oggi” .. questa è stata la rivalutazione … mia mamma non interagisce più con il mondo esterno ed è pure afasica.
Poi ci hanno fatto le domande per la scala dello stress … che naturalmente è altissimo, perché la quotidianità con un malato totalmentedipendente comporta uno sforzo emotivo, mentale, fisico e psicologico enorme che con il tempo ti usura e parlo sia per i famigliari conviventi che non … ma lo dovrebbero ben sapere coloro che sono a capo dei servizi sociali o no, che bisogno c’è di chiederlo???
Hanno voluto dare una parvenza di serietà, mandando in casa degli utenti un medico ed un’assistente sociale a “rivalutare” quando di serio tutto questo non ha niente, se non il fatto che ci sono tantissime famiglie in difficoltà e alla Regione e loro rappresentanti non importa nulla.
Questo è lo Stato sociale italiano .. mettere in difficoltà la propria gente e sottoporre ad umiliazioni periodiche le persone fragili.