Nella guerra tra Comune e Coop, spunta anche la “vedetta”
A 44 anni dall'ultimo numero della "Vedetta Cooperativa" ecco che ritorna nelle cassette della posta dei bustocchi per presentare il progetto Coop e recupero del Borri. Antonelli: "Presa in giro"
Nelle cassette della posta dei bustocchi è stato recapitato, in questi giorni, la Vedetta Cooperativa. Il giornale è stato stampato dalla Coop riprendendo una vecchia pubblicazione che circolava in città tra il 1954 e il 1974 a cura della “Cooperativa edificatrice di produzione e consumo”.
A 44 anni dall’ultimo numero la Coop ha voluto riprendere quel progetto che raccontava una città nel pieno del boom economico e i suoi tantissimi operai e lavoratori, oggi è stato riesumato con l’intento di rilanciare l’immagine del progetto (ormai prossimo al completamento) del nuovo supermercato al centro della città e anche delle polemiche.
Sin dal primo giorno in cui le ruspe hanno iniziato a demolire il vecchio edificio situato all’incrocio tra via Mameli e via Pisacane sono iniziati i problemi. La costruzione della rotonda con relativo taglio degli alberi (ancora sospesa dall’amministrazione Antonelli, ndr), la ristrutturazione dell’ex-calzaturificio Borri sempre ad opera di Coop, la posizione centralissima del supermercato (che si affaccia anche su viale Duca d’Aosta, proprio di fronte al municipio) continuano a far discutere politici, ambientalisti, commercianti, esperti di viabilità.
Il tentativo di Coop Lombardia, attraverso il suo presidente bustocco Daniele Ferrè, era quello di portare alla conoscenza dei cittadini oltre al fatto che aprirà un nuovo supermercato, anche il progetto di recupero che intende realizzare nell’ex-calzaturificio.
La risposta del primo cittadino Emanuele Antonelli, da sempre contrario sia come inquilino di Palazzo Gialrdoni che come cittadino residente in via Mameli, non si è fatta attendere. Il primo cittadino ha definito la pubblicazione “una presa in giro” e ha definito l’atteggiamento nei loro confronti “rigido e ligio al rispetto delle regole. Ci dicano cosa vogliono fare e come”. Dichiarazioni che sottolineano la volontà di non rendere facile il percorso di condivisione del progetto di recupero del Borri. Secondo il sindaco i soldi per realizzarlo sono troppo pochi mentre per la Coop verrà fatto tutto quello che è stato presentato, compreso lo smaltimento dell’eternit presente in grande quantità e in pessime condizioni.
A questa contrarietà del sindaco si aggiunge quella della destra “sociale” cittadina con Fratelli d’Italia che definisce il giornalino “la mirabile opera di qualche oscuro e mistico scrivano, che nell’oscurità del proprio antro si diletta a dileggiar la nostra comunità cittadina. E allora ecco che dalla polvere del fu calzaturificio si ergono statue monumentali e giardini pensili, i tacchi delle vecchie scarpe divengono fioriere per spazi pubblici da usare, e anche di cui abusare, ed infine, per magia, anni di incuria ed abbandono, senza necessità alcuna di un progetto o del minimo rispetto delle leggi urbanistiche, proiettano Busto nell’Olimpo delle Eccellenze”.
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