Una notte al museo, tra risate e archeologia

L'associazione Caffè Teatro, dopo l'edizione 2017 al Maga, propone cinque spettacoli negli spazi del Museo degli Studi Patri

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Una serata di cabaret, ma con una quinta anomala: le sale di un museo. L’iniziativa è stata lanciata dall’associazione Amici del Caffè Teatro e da Maurizio Castiglioni e quest’anno sarà ospitata dal museo della Società di Studi Patri, il museo civico di via Borgo Antico (vicino a piazza Risorgimento).

Cinque gli appuntamenti, a partire da sabato 10 marzo, con lo spettacolo “Qualcosa che ci rimanga in testa” di Roberto Brivio, volto storico del cabaret milanese. Seguiranno poi altri quattro spettacoli.

La sede della Studi Patri, che ospita in sè museo e biblioteca, è già una quinta curiosa in sè, occupando parte degli edifici e dell’area di «un convento francescano duecentesco». A cui si aggiunge poi l’intrigante collezione, con le sale della sezione archeologica che accompagneranno il pubblico fino alla sala per gli spettacoli. «Una iniziativa interessante che abbiamo accolto con piacere» ha detto il presidente della Studi Patri Matteo Scaltritti, che ha colto l’occasione «per attrarre più visitatori in questo museo».

Giudizio condiviso anche dall’architetto Piermichele Miano, direttore del museo: «un luogo di cultura che ospita anche iniziative con forme d’arte diverse».

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Le date successive saranno il 7 aprile (Musica Mediterranea), il 19 aprile (Luca Maciacchini racconta la figura di Giorgio Ambrosoli) e il 5 maggio (Giorgio Melazzi in Blues dei cento appunti). A chiudere la rassegna, «un Ghost show», dice Maurizio Castiglioni, uno spettacolo ancora non annunciato, con un volto noto che sta preparando un nuovo spettacolo.

Il debutto è sabato, con Roberto Brivio. «Vista l’età, non vorrei essere incorporato nel museo» scherza l’attore e cabarretista famoso in particolare per il suo esordio con i celebri “Gufi”. «Sono incuriosito dall’iniziare uno spettacolo in un luogo che esiste da cento anni» spiega. Uno spettacolo che va da Carducci a Umberto Eco, passando per i Gufi, il vino e lo champagne. «Un ciclo letterario nel quale ho vissuto: dalle canzoni di tempi andati alla parodia della Cavallina Storna».

Un bel modo per passare una serata ridendo ma anche per riscoprire un po’ il museo civico di Gallarate.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Marzo 2018
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