Alessandro Fermi è stato eletto Presidente del Consiglio regionale
Fermi eredita il posto dell'ex presidente, il varesino Raffaele Cattaneo entrato a far parte della Giunta Fontana come assessore all'Ambiente
Il comasco di Forza Italia Alessandro Fermi è stato eletto Presidente del Consiglio regionale della Lombardia. Così come indicato dal gruppo forzista e deciso dalla maggioranza di centrodestra a Palazzo Pirelli Fermi è stato confermato.
L’elezione è arrivata alla quarta chiamata con 55 voti, quando era sufficiente la maggioranza dei voti dell’aula e non i due terzi come le precedenti chiamate.
Nato l’11 novembre 1974 a Como, Fermi è stato Sindaco di Albavilla dal 2009 al 2013. Nel 2013 è eletto Consigliere regionale e viene poi nominato Sottosegretario all’Attuazione del programma, ai rapporti istituzionali nazionali e alle relazioni internazionali. È laureato in Giurisprudenza all’Università Statale in Milano, è avvocato e assistente universitario presso l’Università dell’Insubria di Como. È stato eletto con una valanga di preferenze: 8.657.
Fermi eredita il posto dell’ex presidente, il varesino Raffaele Cattaneo entrato a far parte della Giunta Fontana come assessore all’Ambiente.
Il momento dell’elezione:
Il primo discorso del presidente:
La terza assemblea legislativa d’Italia – “E’ un onore – ha esordito Fermi – presiedere la terza assemblea legislativa in Italia dopo Camera e Senato. Far parte di questa Assise deve riempirci non solo di onore e di orgoglio, ma anche di grande responsabilità. Abbiamo il dovere di vivere questo nostro compito con l’orgoglio di chi è consapevole di rappresentare 10 milioni di lombardi, un popolo ricco di storia, con grandi capacita innovative, imprenditoriali e di lavoro. Una terra culla di grandi idee, fertile di volontariato, di associazioni e dal cuore grande”.
Il ruolo del Consiglio – Fermi ha quindi sottolineato la necessità che il Consiglio regionale avverta questa responsabilità avendo come unico riferimento i cittadini e come atteggiamento “la serietà, l’impegno, la concretezza e la dedizione anche adattandosi alle novità. Prima fra tutte la separazione fra il ruolo di Consigliere e quello di Assessore”.
La separazione dei ruoli tra Assessori e Consiglieri – “Questa modifica – ha detto Fermi – avrà certamente il vantaggio di migliorare i lavori del Consiglio e delle Commissioni, ma soprattutto consentirà a quest’Aula di esercitare in modo più puntuale le attribuzioni previste dal nostro Statuto che, oltre all’attività legislativa, prevede il concorso alla determinazione dell’indirizzo politico regionale e il controllo sull’attività di Giunta”.
Nessuna rivendicazione di ruoli – Non si tratta di rivendicare ruoli perché questa legislatura “nasce con una grande peculiarità”. Il ruolo di governatore sarà esercitato da Attilio Fontana che ha presieduto l’Aula per molti anni e quindi ne conosce bene “il valore, il ruolo, e la straordinaria forza di collaborazione che può esprimere”.
Attività legislativa e Commissioni – In questo quadro di leale e reciproco rispetto dei ruoli e dei compiti, la funzione legislativa del Consiglio non deve necessariamente tradursi solo nella produzione di nuove leggi, ma anche nella riorganizzazione e semplificazione delle norme che già esistono. “L’autorevolezza di questo Consiglio – ha proseguito Fermi – si misurerà anche nella capacità di migliorare il dialogo con i cittadini che non ci chiedono nuove norme, ma di rendere più semplici, chiare e rispondenti ai bisogni quelle che già ci sono”. Ne deriva che le Commissioni, come “canale di ascolto e approfondimento delle istanze territoriali”, avranno un ruolo ancora più importante.
Il Consiglio è la voce dei territori – Fermi immagina anche “nuove forme per contribuire all’indirizzo politico regionale” partendo “dalla straordinaria forza di quest’Aula di essere la voce del territorio capace di esprimere il proprio contributo di partecipazione nell’elaborazione di atti fondamentali come il Programma Regionale di Sviluppo”. Il Consiglio potrà poi essere “la casa di tutti gli amministratori locali”, a maggior ragione dopo che le province non possono più svolgere il ruolo di interfaccia con i Comuni.
Valorizzare ciò che funziona – Fuori dalle funzioni strettamente statutarie, il Consiglio dovrà potenziare ulteriormente quello che ha ben funzionato: l’apertura (non solo delle porte del Grattacielo) al territorio e la valorizzazione di esempi di buona politica, solo per citarne alcune.
Autonomia – E infine l’autonomia, la sfida delle sfide “cui ciascuno è chiamato a contribuire per scrivere una pagina storica di questo territorio”.
Fermi ha voluto ricordare come questo percorso sia iniziato da un altro comasco, Ettore Albertoni, sotto la cui Presidenza venne approvato il nuovo Statuto d’autonomia della nostra Regione e iniziò il confronto con il Governo per richiedere maggiore autonomia in 18 ambiti differenti.
“A distanza di 11 anni – ha sottolineato Fermi – il percorso avviato allora può trovare ora finalmente attuazione concreta. Il referendum dello scorso 22 ottobre e la Risoluzione approvata da quest’Aula il 7 novembre scorso ci consegnano ora una responsabilità che non potremo mai perdere di vista”.
Una Commissione speciale – Proprio con questo obiettivo Fermi sottoporrà all’Ufficio di Presidenza l’istituzione di una Commissione ad hoc o la modifica dei compiti di quella già esistente per il riordino delle autonomie.
La politica come baluardo della libertà – “Dal nostro operato – ha concluso Fermi – deriverà la capacità di invertire quella rotta che porta oggi ad una diffusa convinzione che senza Politica vivremmo meglio, che la Politica è qualcosa di inutile, di costoso e fonte di privilegi. La Politica in realtà è un baluardo della libertà del Popolo ue na voce soprattutto per i più deboli e i più umili.”
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