Anima mundi: in Africa tra maschere, fuoco e uomini pantera
Seconda puntata del nuovo documentario della serie “In viaggio col Mercante": un viaggio nella religiosità del mondo, alla ricerca dell'"Anima mundi"
Giancarlo Samaritani ci presenta il nuovo documentario della serie “In viaggio col Mercante” Anima Mundi che permette un’importante riflessione: un viaggio nella spiritualità del mondo.
Le immagini sono state raccolte durante i numerosi viaggi effettuati, questo è il terzo e ultimo dei contributi di cui è composto il viaggio: racconta dei suoi viaggi in Costa d’Avorio, Togo e Mali
In questo terzo episodio si vedono documenti raccolti durante alcune delle più belle spedizioni che abbiamo realizzato, Costa d’Avorio, Togo e Mali, quest’ultimo paese oggi non più visitatile a causa di combattimenti e considerata area ad alto rischio. I nostri documenti risalgono al 2010 e probabilmente rimarranno testimonianza di luoghi e rituali che andranno perduti. A breve pubblicheremo un documentario proprio su quest’ultimo territorio.
Mali, falesia di Bandiagara. L’uscita delle maschere in un villaggio Dogon.
“Quando la maschera sacra si anima l’armonia tra spirito e materia da vita ad un’energia spirituale. ”
La maschera sacra è un simbolo tribale che ha la funzione di mettere in comunicazione gli uomini con entità divine. “Dietro la maschera non c’è l’uomo che la indossa ma lo spirito che la rappresenta” enuncia un detto africano.
Le forme e i disegni sono ricchi di simboli, la cui codificazione ha un valore culturale, soprattutto dove la memoria storica è stata unicamente affidata alla tradizione orale.
Le maschere fanno la loro comparsa nella comunità quando c’è bisogno di richiamare per qualche motivo l’attenzione delle divinità importanti evocando gli spiriti. Esistono riti propiziatori fatti per scongiurare catastrofi naturali e auspicare buoni raccolti agricoli, ci sono sovente cerimonie funebri in cui si onorano i morti e si invocano gli antenati per ricevere la loro protezione.
Le maschere sono indossate con costumi che coprono interamente il corpo del danzatore, ne cambiano la forma per annullare qualsiasi riferimento all’identità umana. Quando, durante il rito, la maschera sacra si anima nell’inconscio collettivo succede che la perfetta armonia tra spirito e materia dia origine ad una potente forza vitale in grado di raggiungere un mondo mistico.
Costa d’Avorio, Khorogo. Danza degli uomini-pantera nel villaggio di Waranene.
“Con il travestimento si celebra l’animale che è ammirato per le sue caratteristiche.”
La supremazia che l’uomo esercita o pretende di esercitare sul regno animale è sempre esistita, nella realtà gli animali sono spesso considerati merce che appaga umani bisogni, materiali o alimentari, e se sono protetti il più delle volte è per soddisfare desideri affettivi o placare sensi di colpa.
In tempi antichi ed in culture non ancora del tutto scomparse si rispettava l’identità dell’animale, al quale si attribuivano anche ruoli di custodi o messaggeri spirituali.
Le culture che credono nell’esistenza dell’anima in ogni essere vivente continuano a privilegiare alcuni animali, in India ad esempio si venerano mucche, scimmie e serpenti, mentre i nativi americani reputano aquile, bisonti e coyote simboli di forza. Ancora oggi in Africa, in America ed in tante altre parti del mondo gli animali sono considerati veicoli celesti durante i riti in cui si utilizza il loro sangue come fluido sacrificale per comunicare con gli spiriti. Ci sono tribù in cui durante il rito i danzatori si travestono e si muovono come l’animale che viene considerato loro rappresentante in un preciso ordine morale.
Di solito i travestimenti completi trasformano l’uomo direttamente nell’animale prescelto, mentre le figure poste alla sommità del capo simboleggiano forza, fedeltà, protezione, o concetti ancora più astratti come la libertà.
Quando forme umane si fondono a quelle di animali si creano esseri divini dalle sembianze bestiali che incarnano la potenza degli elementi con cui l’uomo si deve confrontare nella quotidianità.
Togo. I Tem hanno fatto un patto con il dio del fuoco.
Il fuoco ha influenzato l’esistenza degli uomini a partire dalla preistoria. Il culto deriva dalla natura spirituale della luce, quando si adorava il fuoco come viva immagine del Sole.
Il fuoco del mito è quello che Prometeo rubò alla divinità, che Vulcano usava per creare i fulmini di Giove e le armi degli dei.
I romani lo adoravano come una divinità familiare, il compito di vegliare su di esso era affidato alle Vestali che alimentavano continuamente la fiamma nel tempio. Di questo fuoco eterno ne avrebbe tratto beneficio il mondo intero. È considerato una sostanza sacra un po’ ovunque, in India ad esempio, come pure in molte parti dell’Asia, dell’America e dell’Africa, la sua energia che plasma la materia è in grado di unire il mondo visibile e quello invisibile.
Il fuoco è energia pura che penetra in tutto e tutto trasforma per questo è stato da sempre considerato, da guerrieri, stregoni, filosofi o contadini, come il più straordinario dei poteri occulti della natura.
Guarda qui tutti gli articoli della rubrica
(Fine terza e ultima parte)
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