Bruno ce l’ha fatta: un gallaratese nel Guinness dei primati
Bonicalzi ha corso 7 maratone in 7 continenti con un tempo complessivo da record. L'ultima impresa a Canberra. «Felicissimo, ma ho già nuovi progetti»
A furia di correre, è entrato nel Guinness World Record: Bruno Riccardo Bonicalzi ce l’ha fatta, ha portato a termine nel migliore dei modi la sua impresa durata oltre un anno e ora può alzare definitivamente le braccia al cielo e festeggiare.
Il runner di Gallarate, che compirà 40 anni a giugno, è riuscito a battere il primato sul tempo complessivo in sette maratone disputate in sette diversi continenti (contando due Americhe e l’Antartide). Il sigillo a questa incredibile collezione è arrivato da Canberra, ultima tappa sulla distanza dei 42,195 Km. In Australia Bruno ha chiuso la propria fatica in 3h13’49” (al 79° posto assoluto), un tempo sufficiente a chiudere le sette prove previste in 21h39’59”, appunto nuovo record.
Prima di questa gara Bonicalzi aveva preso parte alla “Antarctica” (a metà marzo), gara che ha vinto con il tempo di 3h22′, in condizioni difficili. «Tornare da laggiù è stata lunga – racconta a VareseNews dall’Australia – tra nave e aerei sono rientrato a Gallarate dopo una settimana dalla corsa e così ho avuto poco tempo per allenarmi in vista di Canberra. Qui poi è arrivato un vento pazzesco che ha costretto gli organizzatori a togliere i cartelli di segnalazione perché c’era il rischio che si staccassero e colpissero i concorrenti. Abbiamo corso con pochi riferimenti, garantiti solo ogni 10 chilometri: ho dovuto fare bene i conti sul tempo per portare a termine l’impresa».
Bonicalzi in azione all’AntarcticaLa tattica pensata a tavolino comunque, ha permesso di evitare delusioni: «Quando sono partito avevo circa 15′ di vantaggio sul record (7′ dei quali guadagnati in Antartide ndr): ho deciso di andare forte per i primi 25 chilometri, e a quel punto ho capito che potevo amministrare. Negli ultimi 12 chilometri ho potuto dosare le forze, fare qualche tratto camminando ed evitare tracolli. Ora sono stanco ma felicissimo: intraprendere una strada come questa, con sette maratone in giro per il mondo in poco più di un anno, è stato davvero un “viaggio” unico. In più, essere entrato nel libro dei Guinness è davvero straordinario, ma anche senza risultato finale sarei stato ugualmente felice, perché ho visto posti magnifici e vissuto situazioni eccezionali (tra cui la collaborazione con un importante sponsor, Bridgestone ndr) e del tutto inattese».
Con questa impresa, tra l’altro, Bonicalzi ha centrato un altro obiettivo: «Sono il primo italiano a fare parte del cosiddetto “Seven Continents Club” che raduna gli atleti capaci di correre una maratona in ogni continente, a prescindere dal tempo impiegato».
OBIETTIVO POLO NORD
Ora quindi è tempo di meritato riposo, anche se difficilmente uno come Bruno starà fermo per tanto tempo. E lo conferma lui stesso: i progetti non mancano. «Ho già diverse idee in testa: innanzitutto dovrei disputare qualche gara come testimonial di una importante onlus internazionale. Poi però voglio fare il “Gran Slam”: alle sette maratone già corse nei sette continenti vorrei aggiungerne un’ottava, il Polar Bear Challenge che si corre nel Circolo Polare Artico. Una manifestazione molto particolare, perché al sabato si disputa la maratona sui 42 chilometri e alla domenica si corre la “mezza” di 21. Tutti tra i ghiacci». Ma queste sono solo due progetti: in pentola ne bollono anche altri…
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