Quelli che da Crenna vogliono vedere Milano
Il caso delle villette in cima alla salita dei Tigli è finito sulle pagine di un giornale nazionale, che racconta la battaglia del paese di Crenna
![Crenna generica](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2018/04/crenna-generica-664454.610x431.jpg)
«Non toglieteci la vista dello skyline di Milano». S’intitola così l’articolo comparso sulle pagine nazionali del quotidiano La Repubblica, che racconta la battaglia del comitato spontaneo che da alcuni anni (tra alti e bassi) lotta contro la realizzazione di un gruppo di villette sulla costa della collina di Crenna, a Gallarate.
Il caso è aperto appunto da diversi anni e riguarda la fascia di collina in cima alla salita alberata di via Nascimbene, accesso “monumentale” a Crenna, venendo dal centro di Gallarate. Il comitato provò a smuovere le acque nel 2015, durante l’amministrazione Guenzani: i diritti di edificazione risalivano al 2007 con la giunta Mucci, nel 2015 la giunta di centrosinistra promise una “trattativa” per ridurre l’impatto.
![cantiere gallarate via nascimbene](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2015/03/cantiere-gallarate-via-nascimbene-439832.610x431.jpg)
A distanza di tre anni, il comitato ci ha provato di nuovo, spalleggiata anche da Legambiente. Scontrandosi comunque con i tempi lunghi dell’urbanistica, in cui le decisioni si formano in un dato contesto (il boom degli anni Duemila) e si realizzano in un altro (nel frattempo sono andati in porto decine di interventi edilizi). «La proprietà ha il diritto di costruire» è la risposta dell’assessore Alessandro Petrone riportata da Repubblica.
L’articolo di Repubblica, poi, racconta la vicenda con un tocco di colore, citando ad esempio le case dei giocatori del Milan, l’urbanistica attenta dei capitani d’industria d’inizio Novecento (quando fu disegnato il viale dei Tigli), una vecchia disputa tra una residente e un’impresa di pompe funebri, l’intervento edilizio anni Duemila di via Monte San Martino, già contestato allora come “ecomostro di Crenna” e definito oggi “opera discutibile di un architetto megalomane”. E se i crennesi del comitato temono di perdere lo skyline di Milano, nell’articolo trova posto anche qualche sapido riferimento al rapporto appunto non proprio pacifico di Gallarate con Milano: si cita ad esempio la trovata mediatica – d’indubbio successo – del sindaco Andrea Cassani, che ha pagato il biglietto ai profughi per spedirli a Milano. Del resto, dopo Trump, la Brexit e le elezioni del 4 marzo, il tema della contrapposizione metropoli-contado è tornato molto di moda.
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