Pallacanestro Varese, netta presa di posizione contro gli ultras
La società si dissocia dalla frangia di tifosi violenti in seguito agli scontri di Bologna. "Episodi come questi non fanno parte della concezione di sport che tutti noi abbiamo"
Due giorni dopo la partita tra Virtus e Openjobmetis, vinta dai biancorossi ora sesti in classifica, le cronache sono ancora occupate – ahinoi – dagli incidenti avvenuti al di fuori del PalaDozza, che VareseNews ha documentato in QUESTO ARTICOLO. Oltre ai fatti citati ieri, che abbiamo potuto verificare sia di persona, sia attraverso fonti attendibili, sono intanto stati diffusi altri particolari degli scontri. Soprattutto starebbe emergendo – usiamo il condizionale, perché manca l’ufficialità da parte delle Forze dell’Ordine – il fatto che alcuni problemi siano stati causati da un gruppo di ultras varesini che si sarebbero presentati in modo violento di fronte a un bar ritrovo di una frangia di tifosi virtussini.
Secondo quanto riportato da Bologna Today, numerosi ultras di Varese sono stati identificati anche perché in possesso di oggetti come mazze e bastoni. Al momento non risulta confermata invece la notizia di un tifoso bolognese ferito da una coltellata. Questi i fatti, seguendo le ricostruzioni più recenti.
In seguito a ciò, la Pallacanestro Varese ha scelto di diramare un comunicato molto schietto, nel quale la società difende i tanti tifosi pacifici che hanno partecipato alla partita (quasi 200, oltre la metà dei quali arrivati con i pullman de “Il basket siamo noi”) sostenendo in modo corretto la squadra di coach Attilio Caja, e festeggiando debitamente alla sirena conclusiva.
«Pallacanestro Varese intende dissociarsi in maniera netta dall’inaccettabile e reiterato comportamento di alcuni ultras che, in occasione della partita Virtus-Varese si sono resi protagonisti di fatti deplorevoli all’esterno del PalaDozza» è l’incipit del comunicato diramato da Piazza Montegrappa. Il documento ricorda anche l’aggressione subita dal direttore generale Claudio Coldebella lo scorso gennaio (dopo la sconfitta di Cremona): «Episodi come questi non fanno parte della concezione di sport che tutti noi abbiamo, legata a valori che il club biancorosso trasmette, con impegno e determinazione, lottando in favore di un tifo sano e del fair-play sportivo».
Pallacanestro Varese quindi sottolinea la presenza all’interno del PalaDozza dei tanti tifosi biancorossi di cui abbiamo parlato sopra: «L’insensata follia di un gruppo di facinorosi non andrà mai a macchiare quanto di bello i tifosi di Varese sono stati capaci di creare, grazie alle oltre centocinquanta persone che hanno dato prova di aggregazione e passione. Famiglie e bambini che desiderano godersi lo spettacolo offerto dal nostro sport, senza sentirsi minacciati e con la serenità di chi vuole sostenere la propria squadra del cuore, ospite di un ambiente sicuro e confortevole, dove far vivere la propria passione. Nel rispetto delle parti e di ciò che lo sport, e ne siamo convinti in Pallacanestro Varese, ha ancora la forza di poter trasmettere».
«Questo è il nostro obiettivo quotidiano – si legge in conclusione del comunicato – e fino allo stremo delle forze sarà il nostro impegno, attingendo da ogni risorsa e veicolando quei valori sportivi ed educativi che sono il DNA della pallacanestro. Nel massimo rispetto degli appassionati di Pallacanestro Varese e dell’immagine di una città intera».
Parole forti e decise che hanno trovato la sponda di tanti tifosi, sia nei commenti sui social network sia su piattaforme digitali come il forum di Varese Fans Basket o quello del sito specializzato Sportando. In questa stagione il club e gli ultras (la sigla è quella degli “Arditi”) sono già entrati in conflitto in almeno due occasioni: una è quella già citata della trasferta di Cremona (anche se la società non sporse querela dopo i “contatti ravvicinati” tra alcuni ultras e Coldebella), una seconda risale a poche settimane fa, Openjobmetis-Avellino, quando la Curva Nord rimase semivuota per un’improvvisa protesta degli “Arditi”, entrati brevemente al palazzetto solo per una contestazione e poi di nuovo usciti all’esterno.
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